Lo stolto, il dito, la luna

Con un po’ di settimane di assenza, causa vari impegni, riprendo in mano il mio amato blog. E lo faccio all’indomani dei risultati elettorali delle elezioni amministrative che si sono svolti in Italia ieri. Un dato che mi fa riflettere: non solo nella mia Pistoia, ma un po’ in tutta Italia il Partito Democratico perde. E di brutto!

Analisi… Ma è merito dei partiti di destra o centrodestra ad avere incanalato la rabbia verso il diverso, verso l’immigrato (tout cour, a prescindere se sia rifugiato o meno, se sia in fuga da guerra etc etc) e verso il solito discorso trito che la sinistra non è brava a governare perché mette le tasse a tutti? Oppure è demerito della linea politica del segretario PD in primis ad aver spinto gli elettori a spostare la propria preferenza verso altri partiti?

Chi mi conosce sa bene quanto io non abbia mai avuto simpatie per il PD, meno che mai per il suo attuale segretario. E continuo a sostenere la mia antipatia verso una direzione politica di destra!

A livello locale forse qualcosa si può ancora fare (forse!), ma vedo quanto questo partito sia diventato una maschera, usata per continuare a fare i propri interessi nel proprio orticello (comunale/provinciale/regionale).

Cosa vuole il cittadino? Cosa chiede alla classe politica attuale? Indubbiamente qualcuno se lo sarà chiesto, per Dio! Se voglio fare politica, qualche domanda me la pongo… almeno io… Il cittadino vuole pagare meno tasse, perché siamo veramente al colmo e al paradosso che si predica bene e si razzola male (in pochi anni la mia TARI è triplicata!!!!); il cittadino vuole più sicurezza nelle città e nelle strade (spesso lasciate in balìa di se stesse); il cittadino vuole che i politici siano finalmente ONESTI, la lezione della prima Repubblica è servita solo a conclamare le tangenti e farle divenire attività quotidiana e spudoratamente alla luce del sole; il cittadino vuole che chi amministra un comune sia un primo cittadino che sì, ha un colore politico, ma che poi faccia qualcosa per tappare le buche lungo le strade, o che si prenda cura del verde, che faccia interventi seri sul territorio, senza usare il cemento come pretesto per far ripartire l’economia (invece di nuove colate per nuove abitazioni, che spesso rimangono invendute causa penuria di euro, ristrutturiamo quelle decine di migliaia che sono vuote).

Vogliamo poi parlare delle province? A cosa ha portato la riforma Del Rio? Ad un guazzabuglio giuridico e politico, ha azzerato competenze e professionalità, ha tolto un presidio sul territorio, ha spostato personale verso comuni e regioni o altri enti pubblici… E che è successo poi? Gli enti ci sono ancora, chiamateli come vi pare ma ci sono: depotenziati, senza soldi, senza avere la possibilità di gestire quel parco di competenze che sono state mantenute… Risultato? Presidenti di provincia costretti a denunciare lo Stato alle procure delle repubbliche!

E’ ora di finirla con gli spot elettorali, tanto cari a Renzi come a Berlusconi. Ed è ora di finirla anche con quella demagogia becera di Grillo e del suo movimento. La democrazia è il governo del popolo, e per fare questo occorre riportare la politica nelle famiglie. Ripartire da un concetto di partecipazione democratica, di far tornare l’interesse a occuparsi della res publica, della cosa pubblica. Coinvolgere i cittadini nell’interesse del singolo municipio, invitando la gente ai consigli comunali, informando e formando.

Finché gli interessi di pochi avranno il predominio sugli interessi dei tanti, e finché la smania dittatoriale di un singolo uomo al comando prevarrà sull’ottima di buona amministrazione e responsabilizzazione e di etica, allora ci meriteremo i Renzi e i Berlusconi che abbiamo avuto e che hanno ancora voce in capitolo.

Gli unti del signore, gli uomini salvatori della patria, chi si considera l’unica vera scialuppa di salvataggio… finiscono sempre per fare una pessima fine (politica e non).

A questi personaggi io preferisco un sindaco che si sporca le mani per fare il proprio lavoro e per essere presente con i cittadini. Di gente arroccata sugli scranni, buona sono a vaticinare e sproloquiare, che non ha nemmeno la decenza di ascoltare maggioranza e opposizione, che si sente superiore, che non fa mai una seria autocritica, non ne abbiamo più bisogno.

60 anni di Europa unita

1957 – 2017.

60 anni.

Un continente, il Vecchio Continente, più o meno unito.

Tante speranze, tante aspettative da quel lontano 1957. Ma l’Europa di oggi non è di certo quella che i padri fondatori speravano venisse realizzata.

Una dichiarazione, quella firmata oggi dai capi di stato e di governi dei 27 paesi UE che suona più come una promessa da marinaio.

Tante belle parole che sono destinate a rimanere mere illusioni se non si inizia un serio percorso di crescita politica, democratica e civile.

I cittadini europei ci sono, manca l’Europa! Manca la vera Europa, quella più sociale e meno finanziaria, quella profetizzata da Altiero Spinelli.

 

Pupazzi

Elezioni-astensione-attiva-ecco-cosa-succede-col-non-voto-420x270Vedo il Presidente del Consiglio, in foto e sui tg, (s)parlare di Italia, di futuro, di ripresa e tanti altri altre bla bla bla bla…

E ovviamente, giù ad elogiare questo politico nuovo, fresco, con la faccia giovane, e giù auguri di buon lavoro, complimenti e via discorrendo… Mah!

Personalmente, al personaggio di cui sopra, augurerei tante cose. Soprattutto, di soffrire di fame e stenti esattamente per quanto sta facendo soffrire una buona fetta di italiani (mai toccare gli amici con i soldi eh?).

Tagliato stipendio e rimborso, perché chi va a far politica non deve ingrassarsi il portafoglio a sbafo. E una lezione direttamente impartita da Pietro Calamandrei, che temo il pupazzo mio conterraneo non sa nemmeno chi sia.

Dopodiché, come premio per aver governato questo paese, un anno ai lavori forzati in una colonia penale agricola sul modello di Pianosa. Niente internet, niente Facebook, niente Twitter, niente annunci e sproloqui o castronerie varie. Perché lui la faccia ce la mette, nel frattempo lo mette in culo a tutti gli italiani, insieme a tutti i baciapile che si ritrova intorno.

Mi aspetto ancora che il PD faccia qualcosa di sinistra e la smetta di voler essere figlio illegittimo della Democrazia Cristiana. Sicuramente nel DNA ha qualche atomo, avuto in prestito dai vari popolari naufragati su quella spiaggia, ma su una cosa sono più che certo: non ha più nessun legame con Gramsci e con De Gasperi.

Il ponte delle boiate

repubblica_italiana_emblema_logoAncora una volta sento parlare di realizzazione di un ponte sullo stretto di Messina.

Allora, cari personaggi politici che aprite bocca e date fiato alle corde vocali senza avere una preparazione minima per parlare di questo argomento, mi rivolgo a voi e vi lancio questo appello: smettete di dire stronzate!

Avete mai interpellato esperti geologi? Vi siete mai chiesti quali problemi incorrerebbe la costruzione delle fondamenta dei piloni? La distruzione di habitat marini unici? Terremoti? Maremoti?

E soprattutto, quanto ancora dobbiamo far mangiare la criminalità organizzata, che è tanto vorace di appalti pubblici e di prosciugamento di denaro della collettività?

Quanto ancora, voi politici, pensate di prendere per il culo noi cittadini con queste boiate di propaganda elettorale da medioevo culturale?

Crescete e acculturatevi!

Cara Befana…

BefanaCiao Befana, quest’anno ho deciso di scriverti anche io una letterina. Si si, lo so, è da tanto che non ti scrivo e non mi faccio più sentire, ma sai com’è, uno cresce, trova altri impegni e altre attenzioni, e così… Ma non mi sono mai dimenticato di te, lo sai bene, perché anche tu, come Babbo Natale, sei speciale e vedi fin dentro alle nostre anime.

Ecco, cara nonnina, quest’anno ho preso carta & penna per una lettera un po’ speciale, vedrai che leggendola capirai il perché di tutto questo.

Quest’anno, come regalo nella tua calza, con il solito carbone (sono stato un po’ cattivo, certo, come tutti del resto, non sono un immacolato!), vorrei anche tu mi portassi un governo nuovo!! Ora non strabuzzare troppo gli occhi, lo so che è una richiesta anomala e strana, ma ti spiego, per filo e per segno, come mai sono arrivato a ciò.

Vorrei un presidente del consiglio dei ministri che fosse onesto, serio, determinato, che avesse il polso fermo e determinato per rimettere in sesto questa nostra povera Italia, sopraffatta da papponi, mignotte, raccontaballe, buffoni, ladri, farabutti, puttanieri, voltagabbana, inquisiti etc etc etc. Vorrei che questo presidente fosse pragmatico, che non facesse promesse bluff, che strappasse ai burocrati europei (e tedeschi) quel minimo di umanità e dignità umana che i signori del nord hanno ormai perso (secondo me, il freddo gioca loro un brutto effetto!), perché la loro logica di rigore non porta che altra povertà solo per noi, mentre temo che porti soldi solo a loro, che ne hanno già fin troppi. Vorrei un presidente che, di fronte a questa maledetta crisi, sia un vero e moderno Robin Hood: prenda un po’ di quattrini ai ricchi e li dia a noi poveri, che sappiamo fin troppo bene cosa vuol dire tirare la cinghia!! Vorrei, anche, che questo presidente si attivasse per una nuova Unione Europea, che non sia solo la somma di banche e grandi imprese, ma che riprenda in mano il progetto federalista del compianto Altiero Spinelli e che porti ad una vera federazione di stati, e non un’accozzaglia indeforme che non si sa dove abbia capo e coda.

Vorrei che il ministro per i rapporti con il Parlamento che facesse un serio collegamento tra i palazzi (e non che sia una specie di ufficio stampa con compiti quasi da burattino), perché questo lavoro va preso seriamente. Di comici, sinceramente, non ne abbiamo più bisogno.

Vorrei che il ministro per le riforme istituzionali andasse a chiedere consiglio ai più illustri professori di diritto costituzionale delle varie università e ci discutesse un po’, diciamo un paio di mesi, così che possa capire bene l’argomento di cui intende parlare, e che le castronerie partorite in Parlamento fanno ridere i polli, mentre noi cittadini vogliamo un governo competente, serio, che realizzi ciò che promette e non sentirci presi ancora una volta per le mele del culo!

Vorrei che il ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione fosse preso da uno dei tanti uffici comunali sparsi per il Bel Paese, che sia cioè competente a pieno della materia, e che semplificasse SERIAMENTE l’apparato burocratico che vuol gestire, perché ora come ora per lamentarsi bisogna recuperare il lasciapassare A38 alla “casa dei folli”, come nella prova di Asterix & Obelix: roba da chiodi!

Vorrei che il ministro per gli affari regionali si mettesse a tavolino con regioni, province, comuni e città metropolitane. E che fosse deciso, una volta per tutte, compiti e competenze. Il metodo “Augustus” può andare bene, ma ora come ora siamo in un guazzabuglio di regole e norme che servono solo a fare confusione. E Dio solo sa quanto invece abbiamo bisogno di chiarezza e certezza!! Perciò, ok a vari enti ma che non siano il solito parcheggio di ex politici trombati alle elezioni o, peggio ancora, il parcheggio di parenti e parentela messa lì a scaldare una poltrona e intascare soldi pubblici a sbafo. Ne abbiamo troppi di ladri, tagliare tagliare!!!

Vorrei che il ministro per gli affari e la cooperazione estera fosse un professore universitario, un grande accademico che sia in grado di parlare diverse lingue straniere, ma soprattutto che sappia portare le nostre competenze nelle giuste sedi diplomatiche del mondo. E non sia, invece, una qualche marionetta nelle mani di qualche multinazionale, il cui interesse è massimizzare i profitti a danno di tanti.

Vorrei che il ministro degli affari interni non fosse né un avvocato né un giudice né un burocrate, ma un contadino. Sorpresa di questa richiesta? Eh, sospetto che anche qui avrai strabuzzato gli occhi. Ma ti spiego il perché. Un contadino ha scarpe grosse e cervello fino, e non lo si buggera tanto facilmente. Si si, lo so, ti starai chiedendo che c’entra un contadino a comandare Polizia, Carabinieri, e tutte le altre forze. E’ qui la storia: c’è da tagliare rami secchi e fare opera di manutenzione alla pianta!! In Italia abbiamo 5 strutture di forza pubblica, ognuna con un comandante generale, una pletora di uffici, reclutamenti speciali che si sommano, competenze che si sovrappongono… no no, sfoltire e ripulire! Una struttura unica nazionale, con il servizio “112” unico, con un unico comandante generale, i reclutamenti formati dalle migliori teste dei vari corpi, con specializzazioni si ma senza duplicazioni di sorta. Ma soprattutto, che a livelli alti non sia dato potere assoluto con stipendi da capogiro: a certi livelli farebbe bene tornare a 800 euro al mese, così da capire come fa il popolo a campare.

Vorrei che il ministro di grazia e giustizia fosse un insegnante… Oh, si Befana, hai letto proprio bene, un insegnante. Perché insegni che la grazia e il perdono vanno meritati e non chiesti come caramelle. Che il carcere serve sì a tenere sotto chiave certi personaggi, ma che debba valere anche alla rinascita di persone che hanno commesso errori, che sia educativo e rieducativo. E se c’è sopraffollamento, beh ripristiniamo le strutture dismesse. Perché anche qui, a chi ruba soprattutto denaro pubblico, non farebbe male passare qualche decennio a zappare qualche pezzo di terra, o anche a tenere sotto controllo il patrimonio forestale del Demanio. Loro imparano, i boschi tornano puliti, la nostra Italia ne gioverebbe.

Vorrei che il ministro della difesa facesse un esame di coscienza, serio, ma davverio serio. Comprare aerei & navi e bruciare miliardi di euro, cara Befana, non mi sembra proprio il caso, soprattutto di questi tempi. Ok, bisogna avere forze di terra, di mare e di cielo, ma questo non giustifica commesse e acquisti fatti senza senno! Se qualcuno si vuol comprare una portaerei e se la vuol tenere in giardino, faccia lui con i proprio soldi, non con le tasse degli italiani!

Vorrei che il ministro dell’economia e finanze fosse un altro contadino. No no, tranquilla Befana, non spopolerò le campagne! Ma certe persone, perdonami l’azzardo, sono molto più brave e competenti di politici e politicanti. In Italia abbiamo troppe tasse, perché si è scelto una tassazione molto spesso astrusa. Facciamo che il ministro si metta a tavolino a studiare un sistema chiaro, come in Svizzera, dove ci sono tasse locali, tasse cantonali e tasse federali. Ognuno, pure qui, è giusto che paghi, ma smettiamola di dire che il governo non mette le mani in tasca agli italiani, semplicemente perché lo delega a regioni, province e comuni! Cambiando l’ordine dei fattori, il risultato è sempre che si pagano tasse onerose e spesso insulse. Se mi chiami TASI (TAssa sui Servizi Indivisibili) una patrimoniale, sei un ladro e un farabutto, oltre che un bugiardo. E’ giusto che sia a pagare di più chi possiede di più, in termini monetari e finanziari. E smettiamola di far pagare gli anticipi delle tasse, smettiamola anche di far pagare tasse insulse (vedi le accise sui carburanti), perché la guerra in Abissinia del 1935 è più che polvere! Vedrai, cara Befana, che se ci mettiamo un contadino, in un anno facciamo una riforma seria di tutto il settore.

Vorrei che il ministro per lo sviluppo economico sviluppasse seriamente l’economia con incentivi interventi seri. Ti dò i soldi per un progetto e ti controllo dall’inizio alla fine. Hai realizzato il progetto? Bene, ti dò un premio. Hai fatto qualche errore? Male, mi prendo quello che hai fatto e ti chiedo i danni. Lo Stato subentra di diritto nella proprietà dell’oggetto/bene/servizio. E che la gestione di servizi da affidare ai privati sia fatta con criteri selettivi, controlli e premi o punizioni, a seconda dei risultati ottenuti. E, importantissimo: tutti i presidenti delle aziende di stato o sotto il controllo dello Stato abbiano stipendi massimi di 1.500 euro al mese. Al massimo con premi produzione in base all’andamento di quell’azienda. Ma se l’azienda va per fallire, si chiedono i danni a coloro che l’hanno gestita e che l’hanno portata al tracollo. E che lo Stato paghi i fornitori a 30 giorni dalla data di emissione della fattura, perché uno stato serio e onesto chiede le tasse ma paga anche nei tempi stabiliti.

Vorrei che il ministro delle infrastrutture e dei trasporti sia un’autista di autobus. Capirai, chi meglio di lui ne capisce di trasporti? Abbiamo strade, autostrade, svincoli, viadotti, ferrovie… Per muoversi, ne abbiamo di scelta, peccato che però ogni strada sia piena di buche, le autostrade si pagano ma non sappiamo chi si intasca i soldi (e non fanno i lavori di manutenzione), i viadotti crollano appena dopo 10 giorni dall’inaugurazione, le ferrovie non investono nel territorio. Smettiamola di bucare le montagne e sfruttiamo quello che abbiamo già, soprattutto col solito discorso che la coperta è corta e non ci si copre bene. Perché spendere miliardi per bucare le Alpi o gli Appennini quando le gallerie e i “corridoi” che abbiamo sono utilizzati solo per metà della loro reale capienza? Ma soprattutto, perché quando abbiamo realizzato queste infrastrutture, non abbiamo progettato lo sviluppo che ne è avvenuto, mentre solo pensando al presente e alle sole richieste di quel momento? Autostrade a 4 corsie andavano realizzate fin dall’inizio.

Vorrei che il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali fosse un altro contadino… Perché solo chi ha vissuto in campagna sa quanto valore c’è in un pezzo di terra. Vorrei che il ministro studiasse uno stop al consumo di suolo per almeno 50 anni, e che il ministro dell’economia studiasse una formula di incentivi a ristrutturare il patrimonio immobiliare presente. Più parchi, più boschi, più campi e meno cemento.

Vorrei che il ministro dell’ambiente fosse un architetto, così che al posto dei grattacieli potrebbe studiare nuovi scenari all’aria aperta, nuove tutele sul nostro territorio. E dare occasione a molte zone d’Italia di trasformare il turismo in una vera miniera d’oro, così da dare nuovo sviluppo e nuove opportunità a chi vuol restare al proprio paese.

Vorrei che il ministro del lavoro e delle politiche sociali fosse un operaio. Che sa cosa vuol dire fare sacrifici per mantenere il proprio posto, che lotta per diritti e doveri che i potenti e i papponi vogliono diminuire o annullare, in nome di un moderno sviluppo economico che di moderno ha solo la voglia antica di schiavitù.

Vorrei che il ministro dell’istruzione università e ricerca fosse un insegnante. Eh, qui ci stava proprio ad hoc, perché un insegnante a cui sta a cuore la scuola, a cui stanno a cuore i propri alunni e che ama il suo lavoro, non si sarebbe mai azzardato a fare certe riforme scellerate e insulse, votate solo al mercimonio e agli interessi mafiogeni. La scuola è il primo investimento di un paese moderno. Un popolo senza cultura è un popolo morto. Perché un popolo ignorante è un popolo facile da ingannare. Punto.

Vorrei che il ministro per i beni e le attività culturali fosse un impiegato di un museo statale: diamogli il coraggio e la forza di fare del nostro Paese una gallina dalle uova d’oro. Musei aperti e gratuiti fino a 18 anni e over 60, sconti nei weekend e nelle giornate di festa, incentivi a chi lavora nei turni notturni o festivi. Perché la cultura è 365 giorni l’anno, perché la cultura noi italiani l’abbiamo creata dal nulla e questo primato ce lo invidiano tutti. E lo stiamo buttando alle ortiche!

E infine, vorrei che il ministro della sanità fosse un infermiere professionale, tipo quelli che fanno turni massacranti ai pronto soccorso dei vari ospedali italiani. Che smettesse di parlare di salute ma tornasse a parlare di sanità, soprattutto pubblica. Una sanità efficente, che dia merito a chi ne ha diritto e che si prenda cura del paziente, invece che abbandonarlo su una barella o peggio ancora sbatterlo fuori dall’ospedale perché l’assicurazione non copre più di tot ore di ricovero. Non è umano, è solo contabilità!

Ho finito, mia dolce nonnina. Una letterina semplice semplice, in fin dei conti, non ti pare? Ho solo chiesto quello che oggi, in Italia e in Europa, è praticamente impossibile. Tornare a porre i valori umani al centro del nostro pensiero, smettendola di indossare i panni di contabili ignoranti e asociali.

Il mondo ha bisogno di persone, non di calcolatori.

Buonanotte Befana, aspetto una tua risposta. Fiducioso che, in un modo o nell’altro, insieme al carbone mi porterai anche un piccolo dolcetto.

Domande da europeista

europaSono europeista. Sono convinto che il futuro del nostro continente sia verso l’unificazione politica di tutti i paesi europei, o almeno di chi ne voglia far parte. Sono convinto che un gruppo dirigente europeo possa essere e possa dare una svolta alla nostra società. Soprattutto a noi italiani.

Ma l’unificazione europea non è solo quella economica o finanziaria, ma è soprattutto politico-culturale. Non basta un parlamento, uno pseudo governo (diviso tra consiglio e commissione) e una specie di giustizia, occorre una carta costituzionale, che sia la sommatoria di tutte le costituzioni dei paesi aderenti e che ne amplii gli aspetti e le caratteristiche.

E soprattutto, la futura Unione Europea deve smetterla di essere la schiava del mercato finanziario e delle dittature bancarie, che non portano nessun beneficio reale ai cittadini europei, ma solo ad una minima parte, a cui ulteriori soldi sono come pioggia nel mare: un inutile spreco.

Il sito internet OpenPolis, qualche mese fa, in occasione della campagna elettorale in vista delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, ha creato un sito, strutturato in domande e risposte mirate, per capire la propria collocazione politica e, sfruttando queste domande, vorrei dare il mio personale punto di vista…

Sono in totale 25 domande, eccole: Continue reading

Economia all’italiana

repubblica_italiana_emblema_logoHo sempre più l’impressione che quando un governo italiano dice di mettere mano all’economia, mi viene in mente un Consiglio dei Ministri che si siedono ad un tavolo e iniziano a giocare al Monòpoli: tutti giocano, nessuno vince, ma chi perde è sempre l’italiano medio!!!

Allora ho fatto una ricerca e sono andato a cercare, sul sito della Ragioneria Generale dello Stato, il BilancioSemplificato-DLB-2013-2015. E mi si è aperto un mondo!!

Secondo il dipartimento del Ministero dell’Economia e Finanze, alla 31/12/2012 in Italia ci sono state entrate  (tributarie ed extratributarie) per un totale di 498,995 mld di euro. Le uscite, tra spese correnti, interessi e spese in conto capitale, sono state pari a 500,563 mld di euro. Qualcosa non torna, vero? Eh si, abbiamo speso e spendiamo molto di più di quello che incassiamo… Appena (si fa per dire) 1,5 mld di euro per quanto riguarda lo scorso anno, cifra che però, stando alle previsioni formulate lo scorso anno, dovrebbe via via riportarsi su valori positivi, ossia dovremmo tornare ad avere più entrate che uscite nel 2015. Se me lo avesse detto Paperon de’ Paperoni, ci avrei creduto! Ma scritto da chi ci governa… mah…

Faccio un piccolo esempio, visto che l’argomento è più che attuale: la tassazione sul patrimonio… Prima è stata inventata l’ICI, Imposta Comunale sugli Immobili. Si pagava un po’ tutti, con diverse esenzioni, i soliti mugugni ma la tassazione era probabilmente più equa. Il presupposto di questa imposta è il possesso delle seguenti tipologie di immobili, a qualsiasi uso essi siano destinati: fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli. Ho sempre pagato, mi sembrava una tassazione giusta, la cosa è finita sempre con il bollettino in coda all’ufficio postale

Poi è arrivata l’IMU, che vorrei sottolineare ancora una volta, è stata inventata di sana pianta durante il Governo Berlusconi IV dal ministro Giulio Tremonti. Vogliamo qualche dato ulteriore? L’IMU è stata introdotta in attuazione del tanto sbandierato federalismo fiscale con il Decreto Legislativo n. 23 del 14 marzo 2011 (artt. 7, 8 e 9), pubblicato sulla G.U. n. 67 del 23 marzo 2011 che ne stabiliva la vigenza dal 2014 per gli immobili diversi dall’abitazione principale (art. 8, comma 2°, d.lgs. n. 23/2011). Come molti provvedimenti del centrodestra, all’inizio sono stati sbandierati come risoluzione di problemi, di nuove svolte, di fine alle tanto odiose mosse degli altri governi di mettere le mani in tasca agli italiani… alla fine, invece, sono stati soltanto un bluff e un gioco sporco di scarica barile: se prima Roma ti faceva pagare 100 euro di tasse, ora Roma 30 – Firenze 50 – Pistoia il resto! Vale a dire, da una parte detasso la finanza nazionale, dall’altra costringo gli enti locali a strozzare i cittadini se vogliono continuare a tenere su i servizi essenziali… Comodo, no?

Abbiamo avuto le finanziarie lacrime e sangue per tutto il 2012 e il 2013, e ora? Ci è stato chiesto di fare sacrifici su sacrifici… e ora? Per non pagare l’IMU, si aumentano le tasse sulle banche e sui carburanti.

Ancora una volta, chissà come mai, mi viene in mente George Orwell e la sua meravigliosa “Fattoria degli animali”: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.” In Italia, gli animali-cittadini sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri perché, come i furbetti e i volponi, hanno amici che li aiutano, sanno leggere le leggi e se le fanno aggirare da luminari delle scienze economiche. L’importante è che il cittadino medio/piccolo sia spolpato e dissanguato per mantere lo status-quo.

Una luce in fondo al tunnel

tunnelSilvio Berlusconi va dicendo da 20 anni che taglia le tasse agli italiani, che lui è l’uomo giusto alla guida del Paese, che c’è ripresa e che possiamo farcela…

Mario Monti, in un anno e mezzo circa di governo, ha sostenuto fantomatiche riprese e ha visto la luce in fondo al tunnel un sacco di volte…

Enrico Letta, ultimo e attuale Presidente del Consiglio dei Ministri di questa derelitta Repubblica, sostiene che la ripresa è vicina…

Cosa accomuna questi tre uomini?

Oh, semplice… poche realtà…

  1. Il popolo vero, fatto di pensioni da 400 euro e fame quotidiana non sanno nemmeno dove sta di casa;
  2. Non hanno mai perso il loro posto di lavoro, ammesso che il loro si possa definire un lavoro;
  3. “Largo ai giovani”: per loro i giovani sono le persone dai 60 anni in su;
  4. Fino a 50 anni siamo tutti “choosy”, mentre a loro non dispiace affatto rimpizarsi di soldi il portafoglio ogni mese, nonostante il Paese sia ancora più allo sfascio;
  5. La luce in fondo al tunnel o è il riflesso della luna nel pozzo o un treno in galleria, in entrambi i casi si rischia sempre qualcosa;
  6. Hanno tentato di curare il malato con la stessa malattia che gli ha provocato questa incredibile paralisi pluriennale.

Non sono un liberista e non ammetto che il mercato si dia delle regole: lo Stato deve intromettersi nell’economia, deve porre dei paletti e dei limiti, altrimenti tutti i cittadini diventano esclusivamente mucche da latte… e non siamo lontani da questo scenario!

Non ammetto che le banche, banchieri, potentati e boiardi di Stato vivano sulla pelle della povera gente, con stipendi milionari quando le loro stesse imprese sono sull’orlo del fallimento… come non accetto che sia lo Stato a dover intervenire sempre e comunque: se l’Italia decide di salvare il MPS (Monte dei Paschi di Siena), si nazionalizza la banca, si salvano i piccoli risparmiatori e i correntisti, si fa causa penale e civile nei confronti di chi ha portato la banca a questa catastrofe e poi si vende il pacchetto azionario.

Non ammetto che un uomo come Cimoli, che ha fatto fallire Ferrovie dello Stato SpA e Alitalia SpA, viva con milioni di buonuscita: ti spettano 500 euro al mese, perché i danni che hai creato hanno te come responsabile (amministratore delegato).

Non ammetto che i politici (di ogni ordine e grado, dal consigliere comunale, all’assessore comunale, a quello provinciale, passato per la regione e finendo a Roma) abbiano in mente in primis i propri interessi, poi quelli dei parenti, poi quelli di amici e conoscenti e poi, se avanza, far finta di lavorare per l’Italia.

Non ammetto che si venga a sparare frottole dicendo “diamo lavoro ai giovani”: si fanno corsie preferenziali a chi è sotto 30 anni, senza un diploma, a scapito di chi ha studiato, si è fatto il famigerato mazzo per arrivare ad avere quel pezzo di carta che ora, ahimè, non è buono nemmeno come carta igienica.

La luce in fondo al tunnel, signori politici, spero sia l’avvisaglia di un treno in corsa che sta sopraggiungendo: il treno del cambiamento, che vi porti alla fame per quanto voi ci avete portato!

Zagabria non vuole più finanziare la Chiesa

In quattordici anni la Croazia ha dato alla Chiesa più di 640 milioni di euro. Ora, complice la crisi (e lo scandalo del Fra’ play boy), vuole rivedere gli accordi col Vaticano.

L’articolo, pubblicato da Globalist.it, mette in evidenza che, nonostante la Croazia sia un paese fortemente impregnato della cultura cattolica, in tempo di crisi ha posto l’accento sui milioni di euro che concede alla chiesa cattolica locale.

E visto che in tempo di crisi tutti devono fare la propria parte, rivedere il concordato economico e il malefico congegno dell’8×1000 potrebbe portare ai cittadini italiani diversi miliardi di euro di soldi in più nelle casse dello Stato.

Lavoro 2012

Come ogni giorno, accendo il computer, apro Gmail e mi metto a spulciare gli annunci di lavoro che i vari siti di recruiting online mi mandano… Decine… Centinaia di annunci…

Esperienza… Esperienza… Età di apprendistato… Conoscenza lingue straniere fluente quasi madrelingua…

Non lo so più a cosa pensare…

Le aziende non vogliono spendere anzi, potendo tornare alla schiavitù, sarebbero ben felici… Ammettetelo, cari imprenditori, tanto lo sappiamo che la maggior parte di voi la pensa così! Volete degli schiavi che vi facciano guadagnare soldi, punto! Chi più, chi meno, ma il pensiero strisciante è questo! Si, certo, siamo nel XXI secolo, la schiavitù è stata abolita, etc etc etc… Ah sì? E perché, la minaccia del licenziamento al fine di far lavorare di più i vostri dipendenti, magari senza pagare gli straordinari, come la chiamate? Concessione per grazia divina? Ok che il vostro “lavoro” è investire soldi per creare ricchezza, ma questo non significa che a pagare siano i soliti disgraziati!!!

Poi lo Stato: vuole incassare più tasse e l’unica e più veloce via è martoriare le buste paga. Ma fare un serio controllo sui cosiddetti autonomi, no? E’ più difficile, certo, ma come si fa a pensare che un orefice guadagni meno di un operaio? Cioè, manca soltanto che ci dicano che le mucche volano da sole e poi via! tutti davanti al cancello del manicomio!!

E poi noi cittadini, soprattutto noi trentenni disoccupati, condannati a un trattamento lavorativo da cani perché chi è venuto prima di noi ha sperperato quanto ha potuto… Si certo, abbiamo computer, internet, smartphone, energia elettrica, tante belle cose… Ce le state facendo pagare col nostro futuro però! Futuro che sarà estremamente nero, visto che di pensione non se ne parla neanche a pregare in aramaico antico!

Chiudo il computer… mi ha fatto venire il fegato amaro… e non è buono per farlo a pranzo oggi…