Porcellicum

220px-Reggio_calabria_monumento_all'italia«Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione» (Piero Calamandrei, 26 gennaio 1955)

La nostra Carta Costituzionale è frutto di quasi due anni di un lungo e intenso lavoro di mediazione. Nell’Assemblea Costituente, votata con il suffragio universale nel 1946 in concomitanza con la scelta tra Repubblica e Monarchia, vi erano 556 costituenti, che per tutta la durata del loro mandato si confrontarono su tutti i temi che sarebbero poi stati inseriti nella Carta.

Come si sa, la Costituzione è composta da 139 articoli e relativi commi (5 articoli sono stati abrogati: 115; 124; 128; 129; 130), suddivisi in quattro sezioni:

  • Principi fondamentali (articoli 1-12);
  • Parte prima: “Diritti e Doveri dei cittadini” (articoli 13-54);
  • Parte seconda: “Ordinamento della Repubblica” (articoli 55-139);
  • Disposizioni transitorie e finali (disposizioni I-XVIII).

Nel corso degli anni, la Carta è stata emendata da diverse leggi costituzionali, che hanno cancellato alcuni articoli o li hanno rimodulati, in base anche alle nuove realtà che il nostro Paese stava affrontando.

In questi mesi si parla di una nuova proposta di modifica costituzionale, quasi una seconda vita per la Carta, con rimodulazione di svariati articoli.

A mio avviso, però, andare a toccare la Carta Costituzionale è pericoloso e in molti casi inutile, perché più che emendare c’è da applicare e porre in atto ciò che è stato disposto dai padri costituenti e che è in larga parte disatteso.

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Dall’etica all’insulto

parlamento_italianoIn questi giorni assistiamo, qui nella povera e derelitta Italia, attanagliata da una crisi senza precedenti, ad una serie di deprecabili eventi che hanno come agorà il Parlamento Italiano. Da una parte, il Movimento 5 Stelle, una forza politica che nasce dal basso, dalla voglia dei cittadini di riprendersi il “potere”, di poter essere di nuovo popolo che sceglie e non più che subisce; dall’altra, il resto delle forze presenti, dal Partito Democratico (con alla guida Matteo Renzi), il vecchio PDL scisso tra Forza Italia e Nuovo CentroDestra, nonché Sinistra-Ecologia-Libertà e vari altri ancora.

Fermo restando che  io non ho più tessere di partito e che, personalmente, non intendo prenderle per i prossimi mesi-anni, mi soffermo un attimo sulle formazioni politiche che sono la risultante delle ultime elezioni politiche.

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