L’affaire TIM-OF

Giungono notizie, dalla finanza italiana, di diverse mosse sul fronte telecomunicazioni italiane.

A quanto pare, Telecom Italia è pronta ad acquistare OpenFiber, la joint-venture di CDP e Enel per la posta di fibra ottica, pagando il 50% di CDP con azioni e il 50% di Enel in contanti.

Telecom, mi chiedo che mossa sia questa!

Continua ad essere monopolista di fatto della rete telefonica nazionale in rame che non viene mantenuta e aggiornata, e invece di andare verso un percorso che la porti a scorporare la rete verso una società indipendente, sotto l’egida di CDP, ne compra un’altra!!

Mi chiedo a che pro? OpenFiber ha steso fibra “spenta”, vale a dire non legata ad un singolo operatore, per permettere in primis l’estensione della banda ultra larga, ma soprattutto per portarla nelle zone dette “aree grigie”, ovvero là dove il privato non avrebbe mai investito per ridotto ritorno economico (zone rurali etc), partecipando a bandi pubblici dove la stessa TIM non aveva vinto. TIM, dal canto suo, cosa ha fatto? Per non trovarsi in coda a tutti, si è messa in moto per portare la fibra, ma dove? Quasi esclusivamente nelle aree più redditizie. E grazie al c***o, diremmo! Lì sono buoni tutti a investire!

Tim continuerà a non fare veri investimenti, non farà mai ammodernamenti seri, figuriamoci portare la fibra progressivamente a tutti, al posto del vecchio doppino di rame! Con 28 miliardi di debiti, dove vuoi andare???

Avrei preferito, invece, che fosse OpenFiber ad acquistare in blocco tutta la parte hardware di TIM, ovvero tutta la divisione infrastrutture, magari insieme a Tim Sparkle (che gestisce le connessioni internazionali), addossandosi anche qualche miliardi di euro del debito, molto del personale che fa manutenzione (gli omini con la pandina rossa TIM), e che fosse così un’azienda che permettesse una seria concorrenza… non certo una cosa farlocca e astrusa come adesso.

Ci sono intere zone, ancora servite con la vecchia rete in rame (e che non vedranno MAI la fibra, come il sottoscritto), che ad ogni temporale si ritrovano senza linea fissa perché l’acqua fa andare in tilt qualche cavo… figuriamoci portarci una rete a banda ultra larga!

Adsl KO

Per l’ennesima volta, la mia linea adsl ha problemi! Non è una novità, ahimè, perché in Italia siamo in tanti ad avere questa condanna, grazie ai non investimenti di Telecom Italia SpA, monopolista di fatto della rete telefonica.

Ma per chi è al limite dei 5 km di distanza dalla centrale, il segnale a singhiozzo è praticamente la prassi quotidiana! Questo dovuto alla distanza dalla stessa centrale, all’utilizzo di pali in tratta aerea piuttosto che interrare gli stessi negli scavi sotto strada, alla cattiva o addirittura pessima manutenzione della stessa rete (e c’è chi mi dice che i tecnici creano ad arte dei problemi per essere poi chiamati a risolverli, tanto per far qualcosa!), al pessimo impostamento aziendale di Telecom di non investire anche nei piccoli centri o nelle zone periferiche.

Esiste solo Milano? Esiste solo Firenze? Pisa? NO! Esistono anche tutti quei piccoli centri (come il mio comune, 6000 abitanti ma anche una serie di frazioni e case sparse lontane dal capoluogo) che hanno voglia di comunicare e di relazionarsi col resto del mondo… Eh no, noi siamo figli di un dio minore!

Unica alternativa? La chiavetta usb! Sfruttare così la banda larga mobile offerta dai gestori di telefonia… Con velocità di 7 Mbit/secondo VERI!

Semplice raffronto: io ho un abbonamento adsl su cavo dati con Tiscali, 33 euro al mese, velocità ipotetica (e utopistica) di 7 Mega, velocità accertata 2 Mega SCARSI. La diretta concorrente? Chiavetta H3G con velocità fino a 7.2 Mbit/s e abbonamento mensile di 14 euro per un massimo di 15 GB di traffico… no dico… c’è da porsi ulteriori dubbi?