Celeste Ingrao

Prendo in prestito le parole che ha usato la signora Celeste Ingrao in merito alle elezioni:  “Il mio voto a LIBERI E UGUALI”, perché rispecchiamo in pieno il mio attuale pensiero politico.

Io voto LEU perché mi sono stufata di compatibilità, pareggi di bilancio, mercati … Perché penso che bisogna rivoltare il discorso corrente e ripartire dalle persone, dalle loro vite e dai loro bisogni..

Io voto LEU perché mi sono stufata di “privato è bello” e penso che la civiltà di un paese si giudichi dalla bontà della sua sfera pubblica.

Io voto LEU perché mi sono stufata di grandi opere inutili o dannose. Perché penso che bisogna ripartire dalla conservazione e manutenzione del territorio e dalla rinascita delle nostre città.

Io voto LEU perché voglio che si ricominci a parlare di riduzione dell’orario e di un nuovo rapporto tra tempi di vita e tempi di lavoro.

Io voto LEU perché penso che sia una vera tragedia per un paese avere nuove generazioni senza speranza e che già sanno che vivranno peggio dei loro genitori.

Io voto LEU perché non sopporto più di vedere cancellate tutte le cose buone che abbiamo conquistato con anni di lotte.

Io voto LEU perché anche a me piacerebbe avere come un tempo una casa “grande” in cui riconoscersi. Ma se quella che avevamo è stata distrutta si può solo, con pazienza, provare a ricostruirne una nuova.

Io voto LEU perché misurarmi con altri che non la pensano proprio come me mi piace e mi stimola. E se qualche volta mi fanno rabbia, non importa. Fa parte della lotta politica.

Io voto LEU perché lì ci sono tante compagne e compagni che conosco da sempre e tanti e tante che ho imparato a conoscere e ad apprezzare in questi anni e altri che sono curiosa di conoscere.

Io voto LEU perché la politica è stata ed è uno dei grandi amori della mia vita e voglio continuare a provarci, a riprovarci e riprovarci ancora.

Io voto LEU perché non è il “meno peggio” ma è una speranza.

E le speranze bisogna coltivarle.

Con la cura e la passione che serve a farle diventare realtà.

Sia fatta la volontà di Ignazio

bandiera-rainbowLeggo su internet che alcuni amici si sono offesi dalle parole pronunciate da Ignazio La Russa, al convegno organizzato dalla Regione Lombardia sul tema della famiglia “tradizionale”. Convegno organizzato dalla Regione a fini meramente politici (e quindi con la minaccia da parte della BIE di sconfessare l’Expo2015) nella sala dedicata a Giovanni Testori, grande intellettuale italiano ed omosessuale. Una beffa dietro l’altra.

Il convegno, organizzato da Alleanza Cattolica, tratta di “famiglie naturali”, considerando quella costituita esclusivamente da uomo e donna come l’unica possibile; alternando gli interventi di chi propone sistemi pedagogici e psicologici per “riconoscere” l’omosessualità nei più piccoli e quindi “assisterli”, ad altri, di illustri ricercatori clinici che metteranno addirittura in dubbio l’esistenza stessa di categorie quali quelle dell’eterosessualità e dell’omosessualità, fino a presunte cure e metodi di guarigione.

Per puro diritto di informazione, vorrei semplicemente ricordare qualche dato (ricopio un po’ di informazioni prese dalla voce su  Wikipedia):

  • L’omosessualità è una variante naturale del comportamento umano che comporta l’attrazione sentimentale e/o sessuale tra individui dello stesso sesso. Nella definizione di orientamento sessuale, l’omosessualità viene collocata nel continuum etero-omosessuale della sessualità umana, e si riferisce all’identità di un individuo sulla base di tali attrazioni e dell’appartenenza a una comunità di altri individui che condividono le stesse;
  • L’orientamento sessuale è stato provato essere generalmente impermeabile agli interventi intenzionati a cambiarlo. Nessuna ricerca scientificamente adeguata ha dimostrato che tali interventi siano effettivi o salutari. Le principali organizzazioni di sanità mentale non incoraggiano gli individui al tentativo di cambiare il loro orientamento da omosessuale a eterosessuale. Tutte le maggiori organizzazioni statunitensi di sanità mentale hanno adottato una politica di dichiarazioni con lo scopo di avvertire i professionisti e il pubblico sui trattamenti che implicano il cambiamento dell’orientamento sessuale. Le maggiori associazioni di sanità mentale considerano i punti di vista che sposano organi intenzionati a tale cambiamento non sostenuti dalla scienza e che tali cosiddetti trattamenti sull’omosessualità creano uno scenario in cui il pregiudizio e la discriminazione possano fiorire.
  • L’American Psychological Association “incoraggia i professionisti di sanità mentale a sfatare la travisante efficacia dei tentativi di cambiamento dell’orientamento sessuale che promuovono o promettono il cambiamento del medesimo, incoraggiando invece a fornire assistenza a quelle persone afflitte dalla loro o da quella di altri situazione sessuale, e conclude che i benefici riportati dai partecipanti a tentativi di cambiamento possono essere ottenuti mediante approcci che non intentano al cambiamento dell’orientamento sessuale”.
  • L’Australian Psychological Society afferma che “L’orientamento omosessuale non è una malattia mentale e non ci sono ragioni scientifiche per tentare una conversione di lesbiche o gay ad un orientamento eterosessuale. L’Australian Psychological Society riconosce la scarsità di evidenza scientifica riguardo l’utilità di una terapia di conversione, e sottoscrive che essa potrebbe, di fatto, essere dannosa per l’individuo. Cambiare l’orientamento sessuale di una persona non è semplicemente una questione di cambiamento del comportamento sessuale della stessa. Esso necessiterebbe dell’alterazione dei sentimenti emozionali, romantici e sessuali della persona e la ricostruzione della propria concezione di sé e dell’identità sociale.”
  • Similmente, il Royal College of Psychiatrists stabilisce che “Non v’è alcuna evidenza scientifica che l’orientamento sessuale possa essere modificato.” e che “La maggior evidenza dell’efficacia di un qualsivoglia trattamento deriva da test clinici random e nessun test di questo tipo è stato mai eseguito in questo campo.”David Satcher della Surgeon General of the United States fornisce un rapporto che afferma che “non esiste una valida evidenza scientifica per cui l’orientamento sessuale possa essere modificato”.
  • L’American Psychiatric Association (APA) ha inoltre affermato che “alcune persone credono che l’orientamento sessuale sia innato e stabile; malgrado ciò, l’orientamento sessuale si sviluppa nel corso della vita di una persona”. L’APA dice anche che “la maggior parte delle persone sperimenta ben poco o senza alcun senso di scelta riguardo al proprio orientamento sessuale.” In un resoconto in associazione con le maggiori organizzazioni mediche americane, l’APA afferma che “differenti persone realizzano in differenti punti della propria vita di essere eterossessuali, gay, lesbiche o bisessuali”. Un rapporto della Centre for Addiction and Mental Health afferma: “Per alcune persone, l’orientamento sessuale è continuo e stabile nella loro vita. Per altri, l’orientamento sessuale può essere fluido e cambiare nel corso del tempo”.
  • Nel 1973, l’American Psychiatric Association rimosse l’omosessualità dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, negando così la sua precedente definizione di omosessualità come disordine mentale. Nel 1977 il Québec divenne il primo Stato al mondo a proibire a livello giuridico la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale. Durante gli anni ottanta e novanta del XX secolo, la maggior parte delle nazioni sviluppate approvò leggi decriminalizzanti il comportamento omosessuale e che proibivano la discriminazione contro persone lesbiche e gay nel lavoro, nei contratti d’affitto, in casa e nei servizi. D’altra parte, molte nazioni del Medio Oriente e africane, così come vari stati asiatici, caraibici e sudpacifici, ritengono l’omosessualità illegale. In sei nazioni il comportamento omosessuale è punibile con l’ergastolo; in altre dieci la pena può giungere alla morte.

L’onorevole Ignazio La Russa siede sulla poltrona di onorevole praticamente quasi ininterrottamente dal 1992. Segno evidente che una buona fetta di popolazione italiana si rivede nelle sue proposte politiche e nelle sue ideologie, altrimenti non avrebbe avuto questa carriera politica. Quindi, per una fetta dei miei concittadini di destra, non c’è niente di male a trattare argomenti assolutamente senza un fondamento scientifico, sperperando denaro pubblico che avrebbe avuto sicuramente più validi motivi di spesa in altri fronti, in un’aula dedicata a Giovanni Testori, uno tra i più illustri scrittori, drammaturghi, storici dell’arte e critici letterari italiani.

E, allora, amici miei, perché vi scandalizzate? Se, poi, alla luce delle sue simpatiche affermazioni, strabuzzate gli occhi e vi sentite un filo offesi dalle sue parole, smettete di votarlo. Il popolo italiano (almeno una parte) ve ne sarà grato (poi però non metteteci Renzi al suo posto, perché fa anche peggio, grazie!!!).

A proposito di Beppe Grillo

grillo_01-150x137Un appunto in risposta ad un post di un amico su Facebook, questo il mio punto di vista.

Il suo linguaggio sarà anche fin troppo sproloquioso… ma lui intercetta un discreto pezzo della popolazione italiana che è stufa dei partiti e della partitocrazia… non prendetelo troppo sotto gamba, perché nonostante tutto fa politica come tanti altri pagliacci e buffoni che sono in parlamento e che negli ultimi anni hanno fatto di tutto e di più e di peggio! E senza riferimenti precisi, perché tanti politici in maniera trasversale sarebbe da rimandarli a casa, invece di candidarli di nuovo… destra o sinistra non vale più, l’Italia non ha una storia ancora forte per attestarsi sul bipolarismo… ma ha voglia di moralità e di etica, soprattutto da chi se ne è riempito la bocca e poi l’ha sputata nel primo catino disponibile, lasciando la popolazione in balia di capitani poco coraggiosi e molto ladri…

Crisi, Casta, beneficienza

Dal sito Yahoo! Notizie.

Anche in tempi di austerità e sacrifici, i nostri parlamentari non mancano mai di confermarsi come la “Casta”. L’occasione è stata nientemeno che una partita di calcio. La nazionale dei parlamentari era stata scelta per partecipare a un torneo di beneficenza organizzato a Catania, nel corso del quale avrebbe dovuto sfidarsi con la squadra dei magistrati e quella degli amministratori locali. Dopo avere risposto positivamente all’invito, come prima cosa i parlamentari hanno chiesto che i costi per la trasferta fossero “totalmente spesati”. Subito alcuni sponsor si sono offerti di venire loro incontro.

Come scrive il sito web di “Oggi”, al termine del torneo hanno dato però il peggio di sé. Un funzionario dei vigili urbani ha fatto il giro degli spogliatoi domandando un’offerta per comprare tre carrozzelle per i bimbi disabili dei quali si occupa l’associazione “Sorelle della carità”. Era necessario raccogliere 700 euro l’una, e magistrati e amministratori locali hanno subito donato la loro offerta. Deputati e senatori al contrario non hanno sborsato nemmeno pochi spiccioli. Gli organizzatori del torneo hanno quindi ripetuto la loro richiesta, interpellando anche Remo De Bellis, un commesso della Camera dei Deputati.

L’unico ad avere versato qualcosa è stato allora Giuseppe Berretta (Pd), che ha donato 100 euro. Gli altri “onorevoli colleghi” non hanno voluto invece mettere mano nemmeno al portamonete. Come è facile intuire, i “calciatori” della nazionale parlamentari sono tutt’altro che indigenti. Al fianco di Gioacchino Alfano (Pdl), Michele Cappella (Ulivo), Franco Gidoni del Carroccio e Luigi Muro del Fli, c’è per esempio anche Maurizio Paniz (Pdl), il cui reddito dichiarato è di 1 milione e 800mila euro l’anno.

La cosa mi lascia alquanto basito!