Aforismi – Oscar Wilde

Ho deciso di ridare un po’ di sfarzo al mio blog, ma soprattutto ho deciso di riprendere le mie recensioni librarie… partendo dalla mia biblioteca personale.

Oggi ho riesumato per voi un classico della letteratura mondiale, una raccolta di perle che quel grande e incommensurabile genio di Oscar Wilde ci ha lasciato. Estrapolati dalle sue opere e dalla sua quotidianeità, questi pensieri rivelano la vera anima di uno scrittore mai banale e troppo spesso incompreso. Assolutamente da avere in biblioteca!

L’edizione che ho io è della vecchia collana “100 pagine 1000 lire” della Newton Compton Editori, nella collana Tascabili Economici.

Benzina estetica sul mondo

Madrid fa da sfondo a questo nuovo romanzo di Matteo Zanini.

I protagonisti sono due ragazzi, Charlie e Aaron. Non si conoscono, non hanno nessun legame tra di loro, nemmeno amici in comune, eppure un rapido sguardo in aeroporto sarà la scintilla che li porterà ad incontrarsi.
Charlie si è preso un periodo di pausa dopo la fine della storia con François, una storia importante ma conclusa con un taglio netto; Aaron è alla ricerca di svago e avventure.
Un colpo di fulmine legherà i loro sguardi, nella calda e vitale Madrid.
Eppure, nubi oscure di tanto in tanto avvolgono gli animi dei due ragazzi: sono i ricordi e le angoscie che tornano a tormentarli.

L’ultima fatica letteraria di Matteo ci fa percepire tutta la maturità che il giovane scrittore ha maturato dal suo primo volume, “La notte delle fate”, del 2011. Se nel suo primo volume si percepiva un qualche incedere un po’ affaticato, forse anche per la sua “prima volta”, qui invece il racconto scorre, si legge con fluidità, con chiarezza, nonostante le lunghe riflessioni interiori dei protagonisti. Affrontiamo insieme a loro le paure, le preoccupazioni, ma anche gli slanci di passione, di sete di conoscenza, di innamoramento e di caduta.
Pagina dopo pagina, siamo catturati dal procedere degli eventi, da ogni nuovo pensiero che affolla la mente di Charlie e da ogni nuovo dubbio che si affaccia dentro Aaron.

Ovviamente, non vi svelo il finale, questo dovrete scoprirlo da soli.

Casa Editrice Le Mezzelane, collana Genere Plurale, costo circa 15€.

DA LEGGERE!!!

Janus (Chronica Pisonum)

Siamo al secondo libro della Chronica Pisonum. Sono trascorsi alcuni anni dagli eventi narrati nel precedente libro, ma ritroviamo di nuovo la casata dei Pisoni.

Sono passati pochi giorni dal tremendo rogo che ha dilaniato una parte di Roma, quando un piccolo uomo, Zaccheo, consegnerà alla famiglia dei Pisoni un oggetto importante e tremendamente pericoloso. Si tratta di una copia di un’epistola, scritta dal fratello del senatore Gaio Calpurnio Pisone, il legato imperiale Marco Calpurnio Pisone, mentre si trovava in Giudea. Temendo che il suo scritto non arrivasse nelle mani di Tiberio, ma anche per la propria incolumità, il legato affida a Zaccheo il compito di consegnarne una copia alla sua famiglia.

L’arrivo di questo testo sarà l’inizio di una serie di vicende che coinvolgeranno non solo i Pisoni, ma finanche il Senato Romano e la figura dell’imperatore, Lucio Domizio Enobarbo Nerone.

Un susseguirsi di eventi, di loschi figuri, l’inizio delle persecuzioni ai cristiani, fino al sacrificio di Pietro e Paolo, ma anche un terremoto per l’impero, con il rischio di trovarsi alla fine della storia della dinastia Giulio-Claudia!

Per chi non si è perso il precedente volume… deve assolutamente proseguire la lettura della “Chronica”! Qui, finalmente, verranno rivelati i misteri che si celano nella Epistola, e qui ancora una volta ci verrà posto il dubbio sull’autenticità della figura di Cristo, della sua figura umana e divina, e degli eventi accaduti nel primo secolo d.C. tra la Galilea e Roma.

Come sempre, Miradoli sfrutta lo stratagemma di raccontare al suo lettore le avventure e i pensieri che il protagonista vive in quel momento, sopraffatto dagli eventi o dai sentimenti. Vediamo attraverso gli occhi di un romano la vita durante l’Impero, gli usi e i costumi, le trame e le congiure per il potere, cruente come i “giochi” nell’anfiteatro.

Una ricostruzione minuziosa, estremamente precisa, con particolari interessanti e curiosi. Consigliatissimo!!

La notte delle fate

E’ una notte magica, quella che state per vivere. Nel cuore di una foresta, protetto dallo scrosciare fascinoso di una cascata, il popolo fatato si è riunito per celebrare l’annuale festa del racconto.

A turno, dieci Fate, si cimenteranno nel racconto di una favola, una leggenda, una storia tipica del loro magico mondo.

Matteo Zanini ci svela così, in quarta di copertina, cosa leggeremo nel suo breve romanzo. Affascinante, cupo, riflettente. Perché fiaba o leggenda, c’è sempre un pizzico di verità e realtà, un insegnamento, bello o un po’ crudo, ma pur sempre un insegnamento.

E’ il primo racconto, il suo primo fantasy. Nonostante questo, però, il suo testo è scorrevole, ci trascina, ci incuriosisce. Pagina dopo pagina, racconto dopo racconto, arriviamo velocemente alla fine, all’ultima fata… all’ultimo precetto, all’ultima “lezione”. Il mondo fatato, poi, con l’alba, ci saluta e ci dà appuntamento alla festa successiva…

Giudizio: da leggere, assolutamente!  Si sente un po’ di timore da “opera prima”, ma nel complesso mi è piaciuto molto.

Harper Evans e la stella dei desideri

Una notte, ti affacci alla tua finestra e vedi uno strano bagliore bianco scendere dal cielo. Scopri che è una Stella dei Desideri, scesa dal cielo apposta per te per esaudire ogni tuo desiderio. Il povero Harper, però, non immagina cosa succederà da quel momento in poi…

Seconda pubblicazione del mio amico Luca O’Connor, stavolta rivolta ad un pubblico più giovane.

In questo volume, con una piccola punta autobiografica, si fantastica un po’ e si torna bambini, ai desideri innocenti e quelli un po’ fatti senza pensarci (e soprattutto senza considerare le successive reazioni!).

Scorrevole, li legge bene, da affinare la tecnica ma in linea di massima consigliato!

Lo potete trovare qui: https://www.amazon.it/Harper-Evans-stella-dei-desideri/dp/B093CKNCRL/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr=

Epistola a Tiberio

“Chi ha voluto la morte di Gesù di Nazareth? Pilato, Procuratore della Giudea? Il Sinedrio, insieme alla folla dei Giudei? Oppure, Giuda Iscariota, l’uomo che lo ha materialmente tradito?” Troverete questo, in ultima pagina di copertina, in una breve sinossi del libro.

Marco Calpurnio Pisone, legato imperiale, deve recarsi in Palestina perché l’eco di questo Nazareno è arrivato fino all’imperatore Tiberio. Ed è proprio l’imperatore che incarica Pisone di fare luce, di svolgere un’indagine seria e scrupolosa su cosa sia successo.

E Pisone svolge un’inchiesta. Metodica, scrupolosa, a volte rischiosa, fino ad arrivare ad una verità così sconvolgente e allo stesso tempo così impossibile.

Renato Miradoli riesce a cogliere la curiosità del lettore, senza troppe divagazioni, anzi con un crescendo di colpi di scena e instillando una sopraffina curiosità che vi terrà incollati al libro, bramosi di arrivare alla fine.

Non solo: lo stile linguistico usato da Miradoli ci fa catapultare nel I secolo d.C., come se stessimo leggendo ciò che Pisone ha scritto da poco.

Assolutamente da leggere!!

Il caso Collini

Squilla il telefono di casa.

Leggo un numero di cellulare, non ricordo chi sia (eppure mi pare di averlo già visto).

“Vinz, sono Giampiero! Stasera sul terzo canale c’è un bellissimo film, “Il caso Collini”, guardalo!!”

Sintonizzo la tv su Rai3 ed effettivamente, dopo qualche minuto di pubblicità, parte la sigla. Mi incuriosisco, comincio a fare una ricerca sul cell per capire di cosa si tratta.

La storia si svolte in Germania: un giovane avvocato, a pochi mesi dall’abilitazione, si trova ad essere nominato difensore d’ufficio nella difesa di un omicida, italiano. L’avvocato tenta un dialogo con il suo assistito, ma non riceve risposta. L’italiano si chiude in un ostinato silenzio che costringe l’avvocato a fare ben poco.
Come fai a difendere un uomo che non vuol parlare? Difficile, se non impossibile. Tuttavia…
A poche ore dalla sentenza, in cui si è certi di una condanna all’ergastolo, il giovane comincia a incuriosirsi e inizia una lunga ricerca sulla storia della vittima (che conosce bene perché nonno di un suo caro amico), e quindi anche sulla storia dell’italiano. La presidente del tribunale concede all’avvocato 4 giorni, che serviranno per tornare in Italia, a Montecatini Val di Cecina, in cerca dei luoghi ma soprattutto dei legami che si intrecciano tra l’italiano Fabrizio Collini, la vittima Hans Meyer e la ritirata nazifascista durante gli ultimi anni della seconda guerra mondiale.
Tornato in Germania, l’avvocato riesce a portare in aula non solo la testimonianza di un vecchio amico di Collini, che illustrerà ai presenti chi era veramente Hans Meyer e cosa è successo nel paese nel 1944, ma anche un profondo confronto con il suo professore e mentore (nonché avvocato dell’accusa) circa una legge tedesca del 1968 sui criminali nazisti e la loro impunibilità. Collini, commosso nel rivedere l’amico italiano, ringrazia l’avvocato, lasciando l’aula pronunciando una frase seria: “I morti non vogliono vendetta, solo i vivi la vogliono”.
Il film si conclude nella giornata successiva, quando la presidente del tribunale, nel riprendere l’udienza, comunica il suicidio di Collini e proclama il non luogo a procedere nei suoi confronti.

La pellicola, comunque, riprende un best seller uscito nel 2011, scritto da Ferdinand von Schirach. Che, in un’intervista apparsa qualche anno dopo l’uscita del volume, svela i retroscena che lo hanno portato a scrivere quel soggetto: il nonno dello scrittore, Baldur von Schirach, fu uno dei fondatori della Gioventù hitleriana e governatore nazista di Vienna. Al Processo di Norimberga, fu condannato a vent’anni di carcere per la deportazione di 185mila ebrei austriaci ma non ammise mai i crimini commessi.

Con questo romanzo von Schirac ha deciso di portare a conoscenza dell’opinione pubblica, mettendosi in gioco in prima persona,  le responsabilità individuali e collettive, la distanza tra legge e giustizia, la “questione della colpa”, il concetto di “Vergangenheitsbewaeltigung”, ovvero fare i conti con il proprio passato.

In un’intervista concessa a Die Zeit, lo scrittore ha spiegato in questo modo le sue motivazioni: “Ho sentito la necessità di scrivere finalmente qualcosa di me in relazione al nazionalsocialismo, o più precisamente, sul modo in cui la Repubblica Federale ha fatto i conti con il proprio passato. Se cresci con un cognome come il mio, fin dall’età della ragione, devi porre a te stesso alcune basilari domande e trovare altrettante basilari risposte con cui convivere. Questo è ciò che ho fatto: è una mia precisa responsabilità.

Il riferimento riporta alla legge Dreher, entrata in vigore il 1° Ottobre 1968, che andava a modificare il codice penale tedesco, producendo la prescrizione della maggior parte dei processi in corso contro i criminali nazisti. Una vera e propria amnistia! Che permise al “boia di Genova” Friedrich Engel, l’ex capo delle SS accusato di numerosi eccidi di civili in Italia durante la Seconda guerra mondiale, di vivere praticamente indisturbato per oltre 50 anni, in attesa di un giudizio che arrivò solo nel 2002, quando ormai ultra 90enne, non potè scontare la pena inflitta.

Decisamente, un tema quanto mai attuale e che investe ancora oggi la nostra civiltà.

Recensione “L’aquila e la stella” (già Arbeit Macht Frei)

Chi mi conosce sa che sono un accanito accumulatore seriale di libri.

Ne compro più di quanti ne riesca a leggere.

Chi mi conosce sa che il mio regalo preferito, dopo la solita valigetta ventiquattrore piena zeppa di soldi e una American Express Platinum da spendere in un Apple Store senza limiti di spesa, è di per certo un libro, o una pila di libri.

Capita poi, in qualche rara occasione, che un amico ne scriva proprio uno. Toh, guarda, Luca è proprio l’esempio più calzante!

Stasera si recensisce il suo primo romanzo.

Il titolo potrebbe portarvi a pensare che sia la classica storia di due bambini ebrei che sopravvivono all’Olocausto. Non è proprio così.
C’è un’amicizia forte tra due bambini, ma tra di loro c’è un grosso, grosso problema: uno è ebreo italiano, l’altro è nazista tedesco.
C’è passione, c’è suspance, c’è qualche errore (abboniamolo, è il primo libro dell’autore), ma soprattutto c’è la ricerca storica di fatti, luoghi e persone.

E’ comunque un libro che porta a riflettere, che ci deve far riflettere, oggi ancora una volta, su ciò che vale il “diverso” agli occhi di noi occidentali. Che sia ebreo o islamico, bianco o nero, nord o sud del mondo.
Ci sono sentimenti che vanno oltre queste sterili classificazioni.

E questo libro ce ne da un piccolo assaggio. Da comprare e da leggere, consigliatissimo!!

In vendita suu Amazon

Inferno – Dan Brown

img_0189Torna Robert Langdon, torna ancora in veste di investigatore. Da Firenze a Venezia fino a Istambul, seguendo un percorso nascosto nei versi dell’Inferno di Dante Alighieri.

Un misterioso personaggio, un’organizzazione internazionale segreta, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la maschera funebre di Dante, corse e inseguimenti tra il Giardino di Boboli e Palazzo Vecchio.

Ma perché Langdon si trova a Firenze? Che ci fa in una stanza d’ospedale? E perché quella misteriosa donna carabiniere gli sta sparando? Cosa si cela nella biocapsula cucita nella giacca del professore?

Perché misteriosi uomini neri girano per Firenze alla ricerca di lui? E chi è veramente Sienna Brooks, la dottoressa che l’ha salvato?

Facciamo un po’ di chiarimenti: il film è diverso dal romanzo. Il finale è nettamente diverso, e manca pure una certa suspance che Brown ci aveva abituato con “Angeli e Demoni” e nel “Codice Da Vinci”. Tutta la storia si svolte in pochissimo tempo, l’arco temporale non supera la settimana, questo permette continui flash back, ma rovina un percorso narrativo che secondo me poteva essere molto più avvincente.

Non vi svelo altro, lascio a voi la lettura del romanzo (e poi la visione del film). Ma non aspettatevi il pathos che ci ha regalato l’autore con altri suoi precedenti volumi.

Pensieri, parole, libri

img_0198Di tanto in tanto mi soffermo sul mio blog qualche minuto, guardo e riguardo un po’ tutto quello che ho scritto finora, ma poi finisco per veleggiare nel web a fare mille e altre più cose. E’ sempre così: ci sono tanti impegni e così poco tempo a disposizione!

Ultimamente però, complice il dover fare il pendolare tra casa e lavoro, ho finalmente rispolverato la mia fantastica libreria/biblioteca. Un compagno di viaggi migliore di un libro non c’è, garantisco!!

Perché in compagnia di un bel volume, quei 40 minuti di distanza tra la stazione di Pistoia e quella di Firenze Santa Maria Novella sembreranno ore, anche giorni, se il romanzo che state leggendo riesce a coinvolgervi così tanto e bene. A me succede proprio così.

Sono stanto Tiziano Terzani mentre scrive dalla sua amata Asia, oppure Robert Langdon mentre è in giro per Firenze a svelare il mistero della sparizione della maschera funebre di Dante Alighieri, ma sono stato anche il mago Potter che, divenuto adulto, deve affrontare l’adolescenza dei figli e una strana sensazione a lui tanto familiare come il dolore alla cicatrice.

I libri sono tutto questo: ci permettono di scoprire torbidi segreti e ruberie, come scrive Fittipaldi, ma anche di riflettere sul mondo che ci circonda, ostinato nel classificare bene e male solo dal punto di vista occidentale (come spiega Terzani). I libri ci permettono di capire molto bene i sacrifici della Seconda Guerra Mondiale e la lotta partigiana che ci ha poi donato una Carta Costituzionale tra le più moderne al mondo (leggasi Calamandrei).

Leggiamo, leggiamo tanto! Sfruttiamo di più il nostro cervello, i nostri momenti liberi per un libro. Stacchiamo la spina alla tv. Stacchiamo la spina a tablet e smartphone ogni settimana. Diamoci una tregua con il resto del mondo e regaliamoci un po’ di cultura e di sapere.

Vi lascio con una bellissima frase che ho carpito qualche giorno fa: «Diceva Bernardo di Chartres che noi siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’acume della vista o l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti.»