Sveglia Italia!

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Oggi in tante piazze si svolge un raduno di famiglie. Si, sono famiglie. Perché dove c’è amore, c’è una famiglia.

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Molti politici e personalità del popolo sbraitano e inneggiano contro il decreto Cirinnà: legittimo il loro punto di vista, ma totalmente deformante e deformato. Oltretutto, manipolando le informazioni in modo da stravolgere e disinformare!

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Irlanda-Italia

bandiera-rainbowIrlanda 1 – Italia 0. In termini calcistici, direi che la nostra nazione ha subìto una sonora sconfitta. In termini di civiltà e di maturità di una nazione nei confronti dei temi sociali.

Sono anni che assistiamo a una lotta pro vs contro l’estensione di diritti civili a cittadini ricadenti nella classificazione di “gay”. Da una parte, una fetta di politici, quasi tutti di centro-destra o destra, e le più alte cariche ecclesiastiche vaticane: condanna piena, senza sé o senza ma, diritti negati, anzi se ci fosse la galera sarebbe meglio (i forni crematori costano troppo e il gas va usato per altri scopi). Ovviamente, la mia è un’allusione sarcastica del loro pensiero, ma andate in un qualsiasi partitello e vedrete che le loro espressioni più colorite non saranno poi così tanto distanti dalle mie.

Dall’altra parte troviamo alcuni partiti di sinistra e una buona fetta di liberi pensatori e famosi scrittori, che sostengono invece che anche le persone omosessuali e transessuali abbiano diritto a vedere riconosciuti quelli che sono considerati diritti universali, nonché avere la tutela giuridica e legale, al pari delle persone etero che compongono la maggioranza della popolazione.

Scontro sui diritti, insomma. La voce grossa, purtroppo, la fa la Chiesa Cattolica. Per bocca del segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin: «Credo che non si può parlare solo di una sconfitta dei principi cristiani ma di una sconfitta dell’umanità».

Cardinale, mi permetta, ma penso che abbia sprecato un’occasione per stare zitto, piuttosto che aprire bocca e uscirsene con una deplorevole e pessima esternazione.

Fine dei diritti

europa1-150x150Stavo rileggendo un interessante articolo, apparso su “Il Fatto Quotidiano” a fine febbraio, scritto da Roberto Marchesi. E c’è una frase, quasi a fine articolo, che mi lascia perplesso e profondamente turbato. Secondo il giornalista, “la crisi era necessaria a smantellare le migliori condizioni sociali create in Europa dal dopoguerra fino al 2010.”

A pensarci bene e riflettendo seriamente sull’economia e sullo scellerato potere del “mercato” e delle banche rispetto ai governi centrali, la frase suona piuttosto come un anatema, che ovviamente i politici meno accorti e più sottoposti (leggi sottomessi) al potere economico non considerano nemmeno lontanamente.

Il premio Nobel per l’economia Paul Krugman, nel suo articolo di domenica scorsa ‘Nobody understand debt‘ (nessuno capisce il debito) spiega ancora una vota al grande pubblico come debba essere interpretata correttamente la diversità tra il debito pubblico e il debito privato, cioè questa: a differenza di una semplice famiglia, quando lo Stato riduce le proprie spese al fine di ridurre i propri debiti, non è una “goccia” in meno nel mare dei consumi, sostanzialmente insignificante come nel caso della famiglia, ma è un fiume che si secca, e molti consumatori, e imprese, a catena, sono costretti a fare la stessa cosa. Si avvia così un ciclo recessivo che tende ad espandersi in cerchi sempre più larghi fino a contagiare tutti e a diventare depressione per tutto il paese.

Al contrario di ciò che deve fare il “buon padre di famiglia” perciò gli Stati devono stare bene attenti a come azionano la leva dell’austerity per la riduzione del debito pubblico, poiché non è vero che è sufficiente ridurre le spese per ridurre il debito. Fatta malamente, questa manovra, serve solo a ridurre l’economia e a spingere l’intero paese prima in severa recessione e poi, se non si riesce ad arrestare il ciclo negativo, in disastrosa depressione che può durare decenni.

Non è solo teoria, è proprio ciò che disgraziatamente sta accadendo un po’ in tutto il mondo, basta guardarsi attorno e non è difficile rendersene conto.

Solo negli Stati Uniti è in atto un piccolo inizio di ripresa, ma il debito non è diminuito per niente, anzi, continua ad aumentare. Gli interventi di politica monetaria praticati negli ultimi cinque anni dalla Federal Reserve americana sono stati massicci, mentre la Bce, come noto, ha cominciando solo recentissimamente ad avviare qualcosa di concreto con un QEE.

Ma c’è già chi dice ‘Stimulus for Eurozone, It May Be Too Little or Too Late‘ (lo stimolo potrebbe essere troppo piccolo, o arrivato tardi).

Meglio tardi che mai, dice un sano proverbio, però è vero che è molto tardi. I danni che si sono creati, specialmente in Europa, con la folle politica di austerity, che in soli tre anni ha generato in tutto il continente disastri che, sul piano economico, sono pari a quelli prodotti da una grande guerra persa.

Appare però ormai in tutta evidenza che non è più col monetarismo di Friedman che si può sperare di risolvere questa intricata situazione, ci vuole un robusto Keynes. Se è un singolo Stato ad attuare una politica monetaria ben calibrata, gli effetti positivi si vedono abbastanza in fretta, ma se sono più o meno tutte le grandi banche centrali a farlo, tutte assieme, il monetarismo si annulla, diventa inefficace.

Se poi, come nel caso dell’Europa, si arriva buoni ultimi, cioè dopo Usa, Gran Bretagna, Giappone e Svizzera, per citare solo le più grandi, la speranza di un effetto positivo diventa pura illusione. Allora non è sulle proposte “velleitarie” di Tsipras che bisogna puntare il dito, ma sulla totale insipienza di chi ci ha governato in Italia e in Europa.

E’ stato un intero corollario di errori madornali a creare questa disastrosa situazione, non il debito.

Non è difficile individuarli a grandi linee. Si è cominciato nel 2009, lasciando salire il cambio del dollaro fino a circa una volta e mezzo contro l’Euro. Un differenziale pesantissimo! Perché così tanto e così a lungo non si è fatto nulla per moderare la distanza? E sui tassi? Altro classico intervento monetario. Gli Usa hanno subito portato in pochi mesi il tasso di rifinanziamento alle banche pari sostanzialmente allo zero. L’Europa non solo non lo ha fatto, ma ha addirittura aumentato il tasso due volte nel 2011 scatenando una crisi gravissima in tutta Europa. E quando finalmente hanno messo la retromarcia, invece di andare a competere con gli Usa, hanno mantenuto una distanza di oltre un punto percentuale fino a due mesi fa.

Cosa sono questi? Errori? Ignoranza?

Qualcuno (compresa l’Italia) ha esagerato con l’accumulazione del debito, ma la parte in eccesso (rispetto alla Germania per esempio) non è andata in spese sociali, ma a lubrificare la corruzione dei politici e l’evasione fiscale. Comunque non è stato il debito a causare la crisi, ma quelle incredibili “stravaganze e disattenzioni” fatte dai nostri politici e governanti a metterci la corda al collo.

E le riforme che vuole fare Renzi? (e fino a l’altro ieri anche Berlusconi!) E’ un caso che vadano proprio nella direzione “gradita” dai riformisti del capitalismo internazionale americano?

Perché è stato fatto e si sta tuttora facendo questo inconcepibile regalo al capitalismo made in Usa?

C’è una sola risposta logica a tutto questo: la crisi era necessaria a smantellare le migliori condizioni sociali create in Europa dal dopoguerra fino al 2010.

La nostra tutela e trattamento retributivo dei lavoratori, la nostra sanità, il nostro sistema pensionistico, ecc., la gran parte degli americani se li potranno sognare ancora per un bel pezzo, e probabilmente non li avranno comunque mai! Ma purtroppo, di questo passo, tra non molto anche l’Europa non li avrà più.

Scenario non così tanto lontano dalla realtà e dalla realizzazione (purtroppo)!!!

Sia fatta la volontà di Ignazio

bandiera-rainbowLeggo su internet che alcuni amici si sono offesi dalle parole pronunciate da Ignazio La Russa, al convegno organizzato dalla Regione Lombardia sul tema della famiglia “tradizionale”. Convegno organizzato dalla Regione a fini meramente politici (e quindi con la minaccia da parte della BIE di sconfessare l’Expo2015) nella sala dedicata a Giovanni Testori, grande intellettuale italiano ed omosessuale. Una beffa dietro l’altra.

Il convegno, organizzato da Alleanza Cattolica, tratta di “famiglie naturali”, considerando quella costituita esclusivamente da uomo e donna come l’unica possibile; alternando gli interventi di chi propone sistemi pedagogici e psicologici per “riconoscere” l’omosessualità nei più piccoli e quindi “assisterli”, ad altri, di illustri ricercatori clinici che metteranno addirittura in dubbio l’esistenza stessa di categorie quali quelle dell’eterosessualità e dell’omosessualità, fino a presunte cure e metodi di guarigione.

Per puro diritto di informazione, vorrei semplicemente ricordare qualche dato (ricopio un po’ di informazioni prese dalla voce su  Wikipedia):

  • L’omosessualità è una variante naturale del comportamento umano che comporta l’attrazione sentimentale e/o sessuale tra individui dello stesso sesso. Nella definizione di orientamento sessuale, l’omosessualità viene collocata nel continuum etero-omosessuale della sessualità umana, e si riferisce all’identità di un individuo sulla base di tali attrazioni e dell’appartenenza a una comunità di altri individui che condividono le stesse;
  • L’orientamento sessuale è stato provato essere generalmente impermeabile agli interventi intenzionati a cambiarlo. Nessuna ricerca scientificamente adeguata ha dimostrato che tali interventi siano effettivi o salutari. Le principali organizzazioni di sanità mentale non incoraggiano gli individui al tentativo di cambiare il loro orientamento da omosessuale a eterosessuale. Tutte le maggiori organizzazioni statunitensi di sanità mentale hanno adottato una politica di dichiarazioni con lo scopo di avvertire i professionisti e il pubblico sui trattamenti che implicano il cambiamento dell’orientamento sessuale. Le maggiori associazioni di sanità mentale considerano i punti di vista che sposano organi intenzionati a tale cambiamento non sostenuti dalla scienza e che tali cosiddetti trattamenti sull’omosessualità creano uno scenario in cui il pregiudizio e la discriminazione possano fiorire.
  • L’American Psychological Association “incoraggia i professionisti di sanità mentale a sfatare la travisante efficacia dei tentativi di cambiamento dell’orientamento sessuale che promuovono o promettono il cambiamento del medesimo, incoraggiando invece a fornire assistenza a quelle persone afflitte dalla loro o da quella di altri situazione sessuale, e conclude che i benefici riportati dai partecipanti a tentativi di cambiamento possono essere ottenuti mediante approcci che non intentano al cambiamento dell’orientamento sessuale”.
  • L’Australian Psychological Society afferma che “L’orientamento omosessuale non è una malattia mentale e non ci sono ragioni scientifiche per tentare una conversione di lesbiche o gay ad un orientamento eterosessuale. L’Australian Psychological Society riconosce la scarsità di evidenza scientifica riguardo l’utilità di una terapia di conversione, e sottoscrive che essa potrebbe, di fatto, essere dannosa per l’individuo. Cambiare l’orientamento sessuale di una persona non è semplicemente una questione di cambiamento del comportamento sessuale della stessa. Esso necessiterebbe dell’alterazione dei sentimenti emozionali, romantici e sessuali della persona e la ricostruzione della propria concezione di sé e dell’identità sociale.”
  • Similmente, il Royal College of Psychiatrists stabilisce che “Non v’è alcuna evidenza scientifica che l’orientamento sessuale possa essere modificato.” e che “La maggior evidenza dell’efficacia di un qualsivoglia trattamento deriva da test clinici random e nessun test di questo tipo è stato mai eseguito in questo campo.”David Satcher della Surgeon General of the United States fornisce un rapporto che afferma che “non esiste una valida evidenza scientifica per cui l’orientamento sessuale possa essere modificato”.
  • L’American Psychiatric Association (APA) ha inoltre affermato che “alcune persone credono che l’orientamento sessuale sia innato e stabile; malgrado ciò, l’orientamento sessuale si sviluppa nel corso della vita di una persona”. L’APA dice anche che “la maggior parte delle persone sperimenta ben poco o senza alcun senso di scelta riguardo al proprio orientamento sessuale.” In un resoconto in associazione con le maggiori organizzazioni mediche americane, l’APA afferma che “differenti persone realizzano in differenti punti della propria vita di essere eterossessuali, gay, lesbiche o bisessuali”. Un rapporto della Centre for Addiction and Mental Health afferma: “Per alcune persone, l’orientamento sessuale è continuo e stabile nella loro vita. Per altri, l’orientamento sessuale può essere fluido e cambiare nel corso del tempo”.
  • Nel 1973, l’American Psychiatric Association rimosse l’omosessualità dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, negando così la sua precedente definizione di omosessualità come disordine mentale. Nel 1977 il Québec divenne il primo Stato al mondo a proibire a livello giuridico la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale. Durante gli anni ottanta e novanta del XX secolo, la maggior parte delle nazioni sviluppate approvò leggi decriminalizzanti il comportamento omosessuale e che proibivano la discriminazione contro persone lesbiche e gay nel lavoro, nei contratti d’affitto, in casa e nei servizi. D’altra parte, molte nazioni del Medio Oriente e africane, così come vari stati asiatici, caraibici e sudpacifici, ritengono l’omosessualità illegale. In sei nazioni il comportamento omosessuale è punibile con l’ergastolo; in altre dieci la pena può giungere alla morte.

L’onorevole Ignazio La Russa siede sulla poltrona di onorevole praticamente quasi ininterrottamente dal 1992. Segno evidente che una buona fetta di popolazione italiana si rivede nelle sue proposte politiche e nelle sue ideologie, altrimenti non avrebbe avuto questa carriera politica. Quindi, per una fetta dei miei concittadini di destra, non c’è niente di male a trattare argomenti assolutamente senza un fondamento scientifico, sperperando denaro pubblico che avrebbe avuto sicuramente più validi motivi di spesa in altri fronti, in un’aula dedicata a Giovanni Testori, uno tra i più illustri scrittori, drammaturghi, storici dell’arte e critici letterari italiani.

E, allora, amici miei, perché vi scandalizzate? Se, poi, alla luce delle sue simpatiche affermazioni, strabuzzate gli occhi e vi sentite un filo offesi dalle sue parole, smettete di votarlo. Il popolo italiano (almeno una parte) ve ne sarà grato (poi però non metteteci Renzi al suo posto, perché fa anche peggio, grazie!!!).

Cara Befana…

BefanaCiao Befana, quest’anno ho deciso di scriverti anche io una letterina. Si si, lo so, è da tanto che non ti scrivo e non mi faccio più sentire, ma sai com’è, uno cresce, trova altri impegni e altre attenzioni, e così… Ma non mi sono mai dimenticato di te, lo sai bene, perché anche tu, come Babbo Natale, sei speciale e vedi fin dentro alle nostre anime.

Ecco, cara nonnina, quest’anno ho preso carta & penna per una lettera un po’ speciale, vedrai che leggendola capirai il perché di tutto questo.

Quest’anno, come regalo nella tua calza, con il solito carbone (sono stato un po’ cattivo, certo, come tutti del resto, non sono un immacolato!), vorrei anche tu mi portassi un governo nuovo!! Ora non strabuzzare troppo gli occhi, lo so che è una richiesta anomala e strana, ma ti spiego, per filo e per segno, come mai sono arrivato a ciò.

Vorrei un presidente del consiglio dei ministri che fosse onesto, serio, determinato, che avesse il polso fermo e determinato per rimettere in sesto questa nostra povera Italia, sopraffatta da papponi, mignotte, raccontaballe, buffoni, ladri, farabutti, puttanieri, voltagabbana, inquisiti etc etc etc. Vorrei che questo presidente fosse pragmatico, che non facesse promesse bluff, che strappasse ai burocrati europei (e tedeschi) quel minimo di umanità e dignità umana che i signori del nord hanno ormai perso (secondo me, il freddo gioca loro un brutto effetto!), perché la loro logica di rigore non porta che altra povertà solo per noi, mentre temo che porti soldi solo a loro, che ne hanno già fin troppi. Vorrei un presidente che, di fronte a questa maledetta crisi, sia un vero e moderno Robin Hood: prenda un po’ di quattrini ai ricchi e li dia a noi poveri, che sappiamo fin troppo bene cosa vuol dire tirare la cinghia!! Vorrei, anche, che questo presidente si attivasse per una nuova Unione Europea, che non sia solo la somma di banche e grandi imprese, ma che riprenda in mano il progetto federalista del compianto Altiero Spinelli e che porti ad una vera federazione di stati, e non un’accozzaglia indeforme che non si sa dove abbia capo e coda.

Vorrei che il ministro per i rapporti con il Parlamento che facesse un serio collegamento tra i palazzi (e non che sia una specie di ufficio stampa con compiti quasi da burattino), perché questo lavoro va preso seriamente. Di comici, sinceramente, non ne abbiamo più bisogno.

Vorrei che il ministro per le riforme istituzionali andasse a chiedere consiglio ai più illustri professori di diritto costituzionale delle varie università e ci discutesse un po’, diciamo un paio di mesi, così che possa capire bene l’argomento di cui intende parlare, e che le castronerie partorite in Parlamento fanno ridere i polli, mentre noi cittadini vogliamo un governo competente, serio, che realizzi ciò che promette e non sentirci presi ancora una volta per le mele del culo!

Vorrei che il ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione fosse preso da uno dei tanti uffici comunali sparsi per il Bel Paese, che sia cioè competente a pieno della materia, e che semplificasse SERIAMENTE l’apparato burocratico che vuol gestire, perché ora come ora per lamentarsi bisogna recuperare il lasciapassare A38 alla “casa dei folli”, come nella prova di Asterix & Obelix: roba da chiodi!

Vorrei che il ministro per gli affari regionali si mettesse a tavolino con regioni, province, comuni e città metropolitane. E che fosse deciso, una volta per tutte, compiti e competenze. Il metodo “Augustus” può andare bene, ma ora come ora siamo in un guazzabuglio di regole e norme che servono solo a fare confusione. E Dio solo sa quanto invece abbiamo bisogno di chiarezza e certezza!! Perciò, ok a vari enti ma che non siano il solito parcheggio di ex politici trombati alle elezioni o, peggio ancora, il parcheggio di parenti e parentela messa lì a scaldare una poltrona e intascare soldi pubblici a sbafo. Ne abbiamo troppi di ladri, tagliare tagliare!!!

Vorrei che il ministro per gli affari e la cooperazione estera fosse un professore universitario, un grande accademico che sia in grado di parlare diverse lingue straniere, ma soprattutto che sappia portare le nostre competenze nelle giuste sedi diplomatiche del mondo. E non sia, invece, una qualche marionetta nelle mani di qualche multinazionale, il cui interesse è massimizzare i profitti a danno di tanti.

Vorrei che il ministro degli affari interni non fosse né un avvocato né un giudice né un burocrate, ma un contadino. Sorpresa di questa richiesta? Eh, sospetto che anche qui avrai strabuzzato gli occhi. Ma ti spiego il perché. Un contadino ha scarpe grosse e cervello fino, e non lo si buggera tanto facilmente. Si si, lo so, ti starai chiedendo che c’entra un contadino a comandare Polizia, Carabinieri, e tutte le altre forze. E’ qui la storia: c’è da tagliare rami secchi e fare opera di manutenzione alla pianta!! In Italia abbiamo 5 strutture di forza pubblica, ognuna con un comandante generale, una pletora di uffici, reclutamenti speciali che si sommano, competenze che si sovrappongono… no no, sfoltire e ripulire! Una struttura unica nazionale, con il servizio “112” unico, con un unico comandante generale, i reclutamenti formati dalle migliori teste dei vari corpi, con specializzazioni si ma senza duplicazioni di sorta. Ma soprattutto, che a livelli alti non sia dato potere assoluto con stipendi da capogiro: a certi livelli farebbe bene tornare a 800 euro al mese, così da capire come fa il popolo a campare.

Vorrei che il ministro di grazia e giustizia fosse un insegnante… Oh, si Befana, hai letto proprio bene, un insegnante. Perché insegni che la grazia e il perdono vanno meritati e non chiesti come caramelle. Che il carcere serve sì a tenere sotto chiave certi personaggi, ma che debba valere anche alla rinascita di persone che hanno commesso errori, che sia educativo e rieducativo. E se c’è sopraffollamento, beh ripristiniamo le strutture dismesse. Perché anche qui, a chi ruba soprattutto denaro pubblico, non farebbe male passare qualche decennio a zappare qualche pezzo di terra, o anche a tenere sotto controllo il patrimonio forestale del Demanio. Loro imparano, i boschi tornano puliti, la nostra Italia ne gioverebbe.

Vorrei che il ministro della difesa facesse un esame di coscienza, serio, ma davverio serio. Comprare aerei & navi e bruciare miliardi di euro, cara Befana, non mi sembra proprio il caso, soprattutto di questi tempi. Ok, bisogna avere forze di terra, di mare e di cielo, ma questo non giustifica commesse e acquisti fatti senza senno! Se qualcuno si vuol comprare una portaerei e se la vuol tenere in giardino, faccia lui con i proprio soldi, non con le tasse degli italiani!

Vorrei che il ministro dell’economia e finanze fosse un altro contadino. No no, tranquilla Befana, non spopolerò le campagne! Ma certe persone, perdonami l’azzardo, sono molto più brave e competenti di politici e politicanti. In Italia abbiamo troppe tasse, perché si è scelto una tassazione molto spesso astrusa. Facciamo che il ministro si metta a tavolino a studiare un sistema chiaro, come in Svizzera, dove ci sono tasse locali, tasse cantonali e tasse federali. Ognuno, pure qui, è giusto che paghi, ma smettiamola di dire che il governo non mette le mani in tasca agli italiani, semplicemente perché lo delega a regioni, province e comuni! Cambiando l’ordine dei fattori, il risultato è sempre che si pagano tasse onerose e spesso insulse. Se mi chiami TASI (TAssa sui Servizi Indivisibili) una patrimoniale, sei un ladro e un farabutto, oltre che un bugiardo. E’ giusto che sia a pagare di più chi possiede di più, in termini monetari e finanziari. E smettiamola di far pagare gli anticipi delle tasse, smettiamola anche di far pagare tasse insulse (vedi le accise sui carburanti), perché la guerra in Abissinia del 1935 è più che polvere! Vedrai, cara Befana, che se ci mettiamo un contadino, in un anno facciamo una riforma seria di tutto il settore.

Vorrei che il ministro per lo sviluppo economico sviluppasse seriamente l’economia con incentivi interventi seri. Ti dò i soldi per un progetto e ti controllo dall’inizio alla fine. Hai realizzato il progetto? Bene, ti dò un premio. Hai fatto qualche errore? Male, mi prendo quello che hai fatto e ti chiedo i danni. Lo Stato subentra di diritto nella proprietà dell’oggetto/bene/servizio. E che la gestione di servizi da affidare ai privati sia fatta con criteri selettivi, controlli e premi o punizioni, a seconda dei risultati ottenuti. E, importantissimo: tutti i presidenti delle aziende di stato o sotto il controllo dello Stato abbiano stipendi massimi di 1.500 euro al mese. Al massimo con premi produzione in base all’andamento di quell’azienda. Ma se l’azienda va per fallire, si chiedono i danni a coloro che l’hanno gestita e che l’hanno portata al tracollo. E che lo Stato paghi i fornitori a 30 giorni dalla data di emissione della fattura, perché uno stato serio e onesto chiede le tasse ma paga anche nei tempi stabiliti.

Vorrei che il ministro delle infrastrutture e dei trasporti sia un’autista di autobus. Capirai, chi meglio di lui ne capisce di trasporti? Abbiamo strade, autostrade, svincoli, viadotti, ferrovie… Per muoversi, ne abbiamo di scelta, peccato che però ogni strada sia piena di buche, le autostrade si pagano ma non sappiamo chi si intasca i soldi (e non fanno i lavori di manutenzione), i viadotti crollano appena dopo 10 giorni dall’inaugurazione, le ferrovie non investono nel territorio. Smettiamola di bucare le montagne e sfruttiamo quello che abbiamo già, soprattutto col solito discorso che la coperta è corta e non ci si copre bene. Perché spendere miliardi per bucare le Alpi o gli Appennini quando le gallerie e i “corridoi” che abbiamo sono utilizzati solo per metà della loro reale capienza? Ma soprattutto, perché quando abbiamo realizzato queste infrastrutture, non abbiamo progettato lo sviluppo che ne è avvenuto, mentre solo pensando al presente e alle sole richieste di quel momento? Autostrade a 4 corsie andavano realizzate fin dall’inizio.

Vorrei che il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali fosse un altro contadino… Perché solo chi ha vissuto in campagna sa quanto valore c’è in un pezzo di terra. Vorrei che il ministro studiasse uno stop al consumo di suolo per almeno 50 anni, e che il ministro dell’economia studiasse una formula di incentivi a ristrutturare il patrimonio immobiliare presente. Più parchi, più boschi, più campi e meno cemento.

Vorrei che il ministro dell’ambiente fosse un architetto, così che al posto dei grattacieli potrebbe studiare nuovi scenari all’aria aperta, nuove tutele sul nostro territorio. E dare occasione a molte zone d’Italia di trasformare il turismo in una vera miniera d’oro, così da dare nuovo sviluppo e nuove opportunità a chi vuol restare al proprio paese.

Vorrei che il ministro del lavoro e delle politiche sociali fosse un operaio. Che sa cosa vuol dire fare sacrifici per mantenere il proprio posto, che lotta per diritti e doveri che i potenti e i papponi vogliono diminuire o annullare, in nome di un moderno sviluppo economico che di moderno ha solo la voglia antica di schiavitù.

Vorrei che il ministro dell’istruzione università e ricerca fosse un insegnante. Eh, qui ci stava proprio ad hoc, perché un insegnante a cui sta a cuore la scuola, a cui stanno a cuore i propri alunni e che ama il suo lavoro, non si sarebbe mai azzardato a fare certe riforme scellerate e insulse, votate solo al mercimonio e agli interessi mafiogeni. La scuola è il primo investimento di un paese moderno. Un popolo senza cultura è un popolo morto. Perché un popolo ignorante è un popolo facile da ingannare. Punto.

Vorrei che il ministro per i beni e le attività culturali fosse un impiegato di un museo statale: diamogli il coraggio e la forza di fare del nostro Paese una gallina dalle uova d’oro. Musei aperti e gratuiti fino a 18 anni e over 60, sconti nei weekend e nelle giornate di festa, incentivi a chi lavora nei turni notturni o festivi. Perché la cultura è 365 giorni l’anno, perché la cultura noi italiani l’abbiamo creata dal nulla e questo primato ce lo invidiano tutti. E lo stiamo buttando alle ortiche!

E infine, vorrei che il ministro della sanità fosse un infermiere professionale, tipo quelli che fanno turni massacranti ai pronto soccorso dei vari ospedali italiani. Che smettesse di parlare di salute ma tornasse a parlare di sanità, soprattutto pubblica. Una sanità efficente, che dia merito a chi ne ha diritto e che si prenda cura del paziente, invece che abbandonarlo su una barella o peggio ancora sbatterlo fuori dall’ospedale perché l’assicurazione non copre più di tot ore di ricovero. Non è umano, è solo contabilità!

Ho finito, mia dolce nonnina. Una letterina semplice semplice, in fin dei conti, non ti pare? Ho solo chiesto quello che oggi, in Italia e in Europa, è praticamente impossibile. Tornare a porre i valori umani al centro del nostro pensiero, smettendola di indossare i panni di contabili ignoranti e asociali.

Il mondo ha bisogno di persone, non di calcolatori.

Buonanotte Befana, aspetto una tua risposta. Fiducioso che, in un modo o nell’altro, insieme al carbone mi porterai anche un piccolo dolcetto.

In Italia

In Italia, nei tribunali, vi è una targa, che richiama l’art. 3 della vigente Costituzione repubblicana: “La legge è uguale per tutti.”

Allora, se tale fondamento delle moderne democrazie è un caposaldo dei diritti (la frase fu scritta per la prima volta nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo e del Cittadino nel 1793 e poi ripresa nella successiva Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo dall’ONU nel 1948), in Italia vorrei che si smettesse di fare le leggi contro l’uomo.

Ma soprattutto, vorrei che alcune vergognose leggi non fossero state fatte per un unico uomo!!

Allora vorrei sapere se colui:

  • che è stato condannato in via definitiva a 4 anni di reclusione per frode fiscale, falso in bilancio, appropriazione indebita, creazione di fondi neri gestendo i diritti tv;
  • che ha permesso la prescrizione di svariati reati, tra cui corruzione giudiziaria (attenuanti generiche), falso in bilancio e appropriazione indebita relativi ai bilanci della propria società, finanziamenti illeciti a partiti politici;
  • che ha ottenuto l’amnistia per falsa testimonianza sulla vicenda P2 (amnistia applicata in fase dibattimentale) e per la compravendita della villetta di famiglia;
  • che ha ottenuto una legge affinché il reato di corruzione in atti giudiziari non fosse applicato alla sua persona
    che ha ottenuto un non luogo a procedere per tangenti alla guardia di finanza grazie a tangenti pagate direttamente al testimone;
  • che ha sistematicamente violato le regole di mercato antitrust, frode fiscale e altri reati vari non solo in Italia ma anche in mezza Europa;
  • che ha ottenuto leggi di favore e in base a queste è stato assolto per i reati di appropriazione indebita e frode fiscale a danni delle sue stesse società
  • che ha chiesto e ottenuto decine di norme, varate negli anni in cui è stato al potere, norme che in taluni casi hanno imposto una valutazione di non rilevanza penale di alcuni dei fatti contestati, poiché il fatto non è più previsto dalla legge come reato, mentre in altri casi la riduzione della pene prevista per le fattispecie di reato contestate ha fatto sì che i termini di prescrizione maturassero prima che fosse pronunciata sentenza definitiva.

Ecco, vorrei tanto sapere se questa persona è cosciente del fatto che, agli occhi di tanti cittadini italiani onesti, lavoratori, padri di famiglia e con a malapena un tozzo di pane per pranzo, egli rappresenta semplicemente il marcio che questo povero paese ha vomitato addosso ai cittadini onesti.

Si vergogni di elemosinare ancora una volta, a discapito di un intero paese, un salvacondotto per i reati che egli ha commesso e per i quali è chiamato a rispondere! Si faccia un serio esame di coscienza!

“L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro”

Art. 1 della Costituzione della Repubblica Italiana, comma 1.

Con buona pace dei padri costituenti, questo comma ha perso molto della sua sontuosità. In questo nuovo millennio il lavoro non è più un fondamento importante, i diritti non si possono più mantenere, i doveri aumentano, le retribuzioni scendono, i guadagni dei cosidetti padroni aumentano.

Si va verso uno strano concetto, a mio avviso, di futuro: meno libertà, più sicurezza. Se rinunci ai diritti di lavoro, ti dò il lavoro e quindi uno stipendio. Se rinunci a un po’ della tua libertà personale, ti dò sicurezza nel tuo girovagare nel mondo…

Roma caput… stop!

Inevitabilmente il pensiero e il riferimento è a quanto accaduto a Roma, nello scorso fine settimana. Una manifestazione PACIFICA è stata totalmente deviata e traviata dal solito branco di idioti.

Un evento annunciato da tempo… un percorso comunicato… perché non è stato messo in campo quando dovuto?

Ma soprattutto, perché è stato permesso che questi personaggi si infiltrassero tra i manifestanti, senza una preventiva reazione, ma soprattutto permettendo di mettere un pezzo della Capitale a ferro e fuoco? Un clone di “Genova 2001″…

Piena solidarietà ai manifestanti, pacifici e rispettosi… e alle centinaia di poliziotti, carabinieri e chi altro, tra le forze dell’ordine, era lì a “difesa”.

Ma uno Stato, a prescindere dal colore politico che in quel momento governa, deve garantire che, durante una manifestazione, ci sia il rispetto delle regole, da tutte le parti.

E invece, ecco di nuovo un assalto, una guerriglia urbana… ma perché? Mi domando, da semplice italiano: perché?

C’è qualcuno che può rispondere?