La nuova barzelletta di Poste Italiane Spa

Apro il computer e tra la recensione degli articoli di oggi leggo un titolo alquanto interessante: “Poste, consegna pacchi tutti i giorni anche di sera” (fonte TOM’S HARDWARE).

Automaticamente mi si alza il sopracciglio destro, perché la notizia in sé sa di presa per i fondelli per noi utenti.

Nelle zone rurali, il recapito avviene a giorni alterni, e mi può star anche bene, visto il calo sensibile delle comunicazioni cartacee. E se poi il postino mi può consegnare un pacco senza che un corriere impazzisca per trovare la mia strada, mi va di lusso.

Ma vorrei almeno che Poste Italiane Spa facesse quello per cui è nata: consegnare la corrispondenza IN MANIERA SERIA. I miei cartoncini di auguri di Pasqua hanno impiegato UN MESE per arrivare in Sicilia, a Roma, a Pavia, a Milano e nel Cantone Ticino. UN MESE! Visto che il cartaceo è calato, almeno lo trattassero meglio. Invece mi pare di capire che vi è un sostanziale collasso al pari del declino, il che mi pone un secondo quesito. Ma i soldi che noi contribuenti versiamo a Poste Italiane Spa come “servizio universale”, a che servono?

Non solo gli invii aumentano sempre, ma io vi dò anche un pezzo delle mie tasse per fare il servizio e voi me lo fate pure da schifo? Vi siete messi a vendere di tutto: SIM telefoniche, aspirapolvere, forni a microonde, abbonamenti tv, polizze vita, gestite il risparmio postale, gestite i c/c e le carte prepagate, ma ogni tanto vi ricordate anche di consegnare la posta in un tempo quanto meno decente?

Proposta semi-indecente: si torna a mettere il timbro manuale davanti e dietro le buste, come annullo, con data ben impressa sulla busta. E poi vediamo chi ha ragione e chi ha torto. Se mi consegnate una busta da 20 gr in un giorno, ritiro tutte le infamate che vi ho lanciato finora. Ma se il ritardo supera i 5 gg, voglio il rimborso sul francobollo. Perché nel 2018, con tutti i mezzi a disposizione, una busta non può andare da Montecatini Terme a Siracusa in un mese, è inconcepibile!

E visto che siete intenzionati a far lavorare i postini fino alle 19 la sera, sabato e domenica compresi, ma ovviamente solo nelle grandi aree urbane, almeno voglio sperare che abbiano un trattamento economico adeguato! Magari, assumendoli in pianta stabile e smettendo con la farsa dei contratti a tre mesi, di rinnovo in rinnovo, che poi uno comincia a prendere pratica in una zona e viene sbattuto a 50 km di distanza, disperso nel nulla.

Ma temo che la mia sia una pia illusione.

C’erano una volta un cittadino, un postino e un imprenditore: indovinate chi si è trovato con il cerino in mano?