La luna lassù

L’altra sera ho alzato lo sguardo e ho visto lei, la luna, lassù in cielo.

Bella, grande, luminosa… la prima luna piena dell’anno… Era come se ci salutasse, sorniona… Mi ha fatto tornare in mente le prime volte che ho provato a guardarla con il vecchio binocolo del babbo, che poi ho smontato in mille pezzi, curioso di vedere com’era fatto al suo interno e, per mia sfortuna, rimasto totalmente smontato per sempre! Non so più nemmeno dove siano andati a finire i pezzi…

Poi fu la volta del telescopio! Uh, quante notti ho passato a scrutare il cielo, a tentare di capire le costellazioni, Cassiopea o l’Orsa Maggiore, fino a Polaris. Ma poi… c’era sempre lei, la luna, soprattutto vicina ai quarti, a farmi compagnia. L’immagine dei crateri era lì, quasi a toccarli, perfetti nel loro allineamento, messi tutti in fila in una suggestiva cadenza.

Non potevi non perderti nei pensieri e nelle fantasie futuristiche, in sella a un razzo spaziale, volare fin lassù e poi tornare sulla terra, magari in un paio d’ore soltanto… le fantasie di noi, bambini cresciuti negli anni 80 e adolescenti negli anni 90, con l’utopia di una vita lunare, lavori stellari e senza più guerre!

Anche l’altra sera lei era lì, sull’orizzonte del Montalbano, a guardarci. Ciao Luna, benvenuta nel 2023!

Lavoro? No grazie!

1) Rispondo ad un annuncio… receptionist per una palestra… io MAI entrato in una struttura simile, sono un po’ perplesso, ma rispondo ugualmente. Facciamo un paio di colloqui, poi però chiamo e dico che non sono interessato.

2) Mi suggeriscono per un colloquio per un’agenzia assicurativa. Parlo con chi mi ha caldamente raccomandato per quel tipo di posto di lavoro e faccio presente le mie enormi perplessità sul modo, sui tipi di lavoro e su tante altre questioni che hanno sempre circondato queste tipologie lavorative. Alla fine, ringrazio di tutto cuore ma declino l’offerta.

In entrambi i casi mi sono sentito rispondere, più o meno alla stessa maniera, con questa frase: “ma se ti puoi permettere di rifiutare un lavoro, allora non hai bisogno di lavorare!”

Cominciamo a mettere i puntini sulle y. Chi mi propone queste offerte solitamente o è in pensione e si gode le sue migliaia d’euro al mese o ha un contratto a tempo indeterminato o è legato a doppia mandata a una poltrona da cui nessuno riuscirà a schiodarlo.

A tutti questi personaggi vorrei porre una semplice serie di domande: questi posti di lavoro parasubordinati/precari/sottopagati/da sfruttamento li avete mai proposti ai vostri figli/nipoti? Voi che mi illustrate fantomatici guadagni da mille e una favola, vi rendete conto che poi mi portate ad esempio gli anni ’80 e ’90 , dove si vendevano i frigoriferi agli eschimesi (con tutto il rispetto per quella popolazione) e si facevano paccate di soldi senza troppa fatica… mentre ora si fa la fame e ci si fa la guerra tra poveri per un tozzo di pane? Ma soprattutto, perché a ME propinate sempre e soltanto queste fantomatiche soluzioni lavorative? Un po’ di fantasia… e vaffancuore!!