Il re è nudo, a morte il re!

ITALY POLITICS GOVERNMENTE così, alla fine, nonostante tutte le leggi fatte a propria difesa e contro ogni base democratica, il Cavaliere è stato condannato! Esiste una giustizia allora? No, non esiste.

Non esiste semplicemente perché fa comodo così, a destra e anche a sinistra! Perché se Silvio Berlusconi rappresenta l’anomalia di un sistema di metastasi che hanno invaso questa povera Italia, in 20 anni di malgoverno e di spudorata vessazione mediatica, la cosiddetta opposizione non può cantare vittoria.

Silvio ha avuto nei DS prima e nel PD poi il miglior alleato di sempre! E questo, alla faccia degli elettori!! Il PD non è stato da meno in quanto a macchina da guerra per la “riforma” dello Stato, in quanto ha una seria compartecipazione di colpa in questo sfascio degli architravi della nostra Repubblica. La riprova? Oh ma è semplice. Guardatevi su YouTube il discorso di Luciano Violante, ex presidente della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana, che snocciola tutte, e sottolineo TUTTE, le motivazioni che avrebbero portato all’incandidabilità di Berlusconi o a una sua delegittimazione, ma che sono state VOLONTARIAMENTE omesse dai parlamentari del centrosinistra. Oppure, il caso Penati: a suo carico sono state mosse gravissime accuse, conclamate e sostenute da prove inconfutabili. Ma grazie alle leggi ad personam che hanno parato il culo a Silvio, anche il compagno Penati ha potuto festeggiare la prescrizione del reato, nella giornata dello scorso 22 Maggio.

Perciò, a parte gli adepti del PDL che sostengono a tutti i costi il loro gran maestro nonostante sia un ladro conclamato, mi fanno venire gli urti di vomito tutti gli altri pseudo avversari del Cavaliere, che si cuciono addosso l’abito dei grandi moralizzatori quando in realtà sono semplicemente più meschini del loro presunto avversario politico.

Viva Tortora!

Enzo_tortora_arresto Ho letteralmente amato “Portobello”, il venerdì sera non c’erano storie: prima mi guardavo il programma e poi a nanna! Enzo Tortora era un vero gentleman, un signore di altri tempi, un uomo che entrava in punta di piedi nelle case degli italiani e che, con loro, si metteva in poltrona e discuteva sui temi che affrontava ogni sera.

Nuove invenzioni, persone scomparse, idee… Portobello era un contenitore nuovo e innovativo, scopiazzato in lungo e in largo nei decenni a seguire.

E lui, Enzo Tortora, si è difeso in carcere e in tribunale da accuse non fondate, da calunnie gratuite e da una persecuzione giudiziaria che fu senza precedenti.

Ma lei, presidente Berlusconi, NON è nemmeno lontanamente paragonabile a quel galantuomo di Tortora. Lei, in qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, ha chiesto, redatto, ottenuto, promulgato e utilizzato leggi di questo Stato per difendersi dai giudici, ha anticipato i termini di prescrizione del reato, ha gettato fango su un pilastro della Repubblica, la Magistratura, che sì ogni tanto può sbagliare, ma che mi sembra quantomeno assurdo che si diverta a star dietro a tutti i reati che, direttamente o indirettamente, la vedono coinvolto. Perché, nel caso non lo sappia o faccia finta di non saperlo, la prescrizione non implica l’assoluzione. Il reato persiste, solo che per un cavillo temporale si dichiara non più idoneo ad essere sottoposto ad azione penale o civile. Ma chi è ladro, lo rimane sempre, anche se non è più chiamato a rispondere delle sue azioni davanti a un giudice.

Il signor Tortora non ha mai usato mezzi radiotelevisivi per gettare fango sulla Magistratura, ma solo per far luce sulla sua ingiusta carcerazione. Si è dimesso da europarlamentare ed ha affrontato il giudizio. Ma solo alla fine di tutto, quando è stato dichiarato totalmente innocente, è tornato in tv e ha ringraziato chi lo ha sempre sostenuto e gli è sempre stato a fianco.

Lei, Presidente Berlusconi, a mio modesto avviso, non può permettersi di fare certi paragoni. Prima di sentenziare qualcosa, provi a farsi un esame di coscienza e valuti se davvero lei ha la facoltà di confrontarsi con queste persone.

Abbia l’umiltà di ammettere i propri errori, rinunciare ai benefici che la sua carica le comporta, difendersi da cittadino qualunque, rinunciare all’immunità parlamentare e, se necessario, farsi un giorno di carcere.

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