Lo stolto, il dito, la luna

Con un po’ di settimane di assenza, causa vari impegni, riprendo in mano il mio amato blog. E lo faccio all’indomani dei risultati elettorali delle elezioni amministrative che si sono svolti in Italia ieri. Un dato che mi fa riflettere: non solo nella mia Pistoia, ma un po’ in tutta Italia il Partito Democratico perde. E di brutto!

Analisi… Ma è merito dei partiti di destra o centrodestra ad avere incanalato la rabbia verso il diverso, verso l’immigrato (tout cour, a prescindere se sia rifugiato o meno, se sia in fuga da guerra etc etc) e verso il solito discorso trito che la sinistra non è brava a governare perché mette le tasse a tutti? Oppure è demerito della linea politica del segretario PD in primis ad aver spinto gli elettori a spostare la propria preferenza verso altri partiti?

Chi mi conosce sa bene quanto io non abbia mai avuto simpatie per il PD, meno che mai per il suo attuale segretario. E continuo a sostenere la mia antipatia verso una direzione politica di destra!

A livello locale forse qualcosa si può ancora fare (forse!), ma vedo quanto questo partito sia diventato una maschera, usata per continuare a fare i propri interessi nel proprio orticello (comunale/provinciale/regionale).

Cosa vuole il cittadino? Cosa chiede alla classe politica attuale? Indubbiamente qualcuno se lo sarà chiesto, per Dio! Se voglio fare politica, qualche domanda me la pongo… almeno io… Il cittadino vuole pagare meno tasse, perché siamo veramente al colmo e al paradosso che si predica bene e si razzola male (in pochi anni la mia TARI è triplicata!!!!); il cittadino vuole più sicurezza nelle città e nelle strade (spesso lasciate in balìa di se stesse); il cittadino vuole che i politici siano finalmente ONESTI, la lezione della prima Repubblica è servita solo a conclamare le tangenti e farle divenire attività quotidiana e spudoratamente alla luce del sole; il cittadino vuole che chi amministra un comune sia un primo cittadino che sì, ha un colore politico, ma che poi faccia qualcosa per tappare le buche lungo le strade, o che si prenda cura del verde, che faccia interventi seri sul territorio, senza usare il cemento come pretesto per far ripartire l’economia (invece di nuove colate per nuove abitazioni, che spesso rimangono invendute causa penuria di euro, ristrutturiamo quelle decine di migliaia che sono vuote).

Vogliamo poi parlare delle province? A cosa ha portato la riforma Del Rio? Ad un guazzabuglio giuridico e politico, ha azzerato competenze e professionalità, ha tolto un presidio sul territorio, ha spostato personale verso comuni e regioni o altri enti pubblici… E che è successo poi? Gli enti ci sono ancora, chiamateli come vi pare ma ci sono: depotenziati, senza soldi, senza avere la possibilità di gestire quel parco di competenze che sono state mantenute… Risultato? Presidenti di provincia costretti a denunciare lo Stato alle procure delle repubbliche!

E’ ora di finirla con gli spot elettorali, tanto cari a Renzi come a Berlusconi. Ed è ora di finirla anche con quella demagogia becera di Grillo e del suo movimento. La democrazia è il governo del popolo, e per fare questo occorre riportare la politica nelle famiglie. Ripartire da un concetto di partecipazione democratica, di far tornare l’interesse a occuparsi della res publica, della cosa pubblica. Coinvolgere i cittadini nell’interesse del singolo municipio, invitando la gente ai consigli comunali, informando e formando.

Finché gli interessi di pochi avranno il predominio sugli interessi dei tanti, e finché la smania dittatoriale di un singolo uomo al comando prevarrà sull’ottima di buona amministrazione e responsabilizzazione e di etica, allora ci meriteremo i Renzi e i Berlusconi che abbiamo avuto e che hanno ancora voce in capitolo.

Gli unti del signore, gli uomini salvatori della patria, chi si considera l’unica vera scialuppa di salvataggio… finiscono sempre per fare una pessima fine (politica e non).

A questi personaggi io preferisco un sindaco che si sporca le mani per fare il proprio lavoro e per essere presente con i cittadini. Di gente arroccata sugli scranni, buona sono a vaticinare e sproloquiare, che non ha nemmeno la decenza di ascoltare maggioranza e opposizione, che si sente superiore, che non fa mai una seria autocritica, non ne abbiamo più bisogno.

Pupazzi

Elezioni-astensione-attiva-ecco-cosa-succede-col-non-voto-420x270Vedo il Presidente del Consiglio, in foto e sui tg, (s)parlare di Italia, di futuro, di ripresa e tanti altri altre bla bla bla bla…

E ovviamente, giù ad elogiare questo politico nuovo, fresco, con la faccia giovane, e giù auguri di buon lavoro, complimenti e via discorrendo… Mah!

Personalmente, al personaggio di cui sopra, augurerei tante cose. Soprattutto, di soffrire di fame e stenti esattamente per quanto sta facendo soffrire una buona fetta di italiani (mai toccare gli amici con i soldi eh?).

Tagliato stipendio e rimborso, perché chi va a far politica non deve ingrassarsi il portafoglio a sbafo. E una lezione direttamente impartita da Pietro Calamandrei, che temo il pupazzo mio conterraneo non sa nemmeno chi sia.

Dopodiché, come premio per aver governato questo paese, un anno ai lavori forzati in una colonia penale agricola sul modello di Pianosa. Niente internet, niente Facebook, niente Twitter, niente annunci e sproloqui o castronerie varie. Perché lui la faccia ce la mette, nel frattempo lo mette in culo a tutti gli italiani, insieme a tutti i baciapile che si ritrova intorno.

Mi aspetto ancora che il PD faccia qualcosa di sinistra e la smetta di voler essere figlio illegittimo della Democrazia Cristiana. Sicuramente nel DNA ha qualche atomo, avuto in prestito dai vari popolari naufragati su quella spiaggia, ma su una cosa sono più che certo: non ha più nessun legame con Gramsci e con De Gasperi.

Tu chiamala se vuoi… epurazione…

punizioneIl dizionario Treccani, alla voce “epurare” scrive: v. tr. [dal fr. épurer, der. di pur «puro»]. – Purificare, liberare da ciò che vi è d’impuro; raram. riferito ad alimenti, sostanze, materie (e. l’olio, l’oro, un gas, in cui è più com. depurare), e più spesso usato in senso fig., riferito a uffici pubblici: e. un’amministrazione e sim., o anche e. la società, e. un ambiente, ecc., toglierne le persone indegne o sospette; nel linguaggio polit., il verbo è stato riferito a persone rimosse dal loro ufficio per ragioni politiche in seguito alle norme sull’epurazione (v.): e. i dirigenti di un partito; sono stati epurati il direttore e tre impiegati. ◆ Part. pass. epurato, anche come agg. e sost.: i funzionarî epurati, gli epurati.

Sentire al tg la notizia della sostituzione di 10 deputati in commissione Affari Costituzionali mi fa venire in mente quella tradizione, ipocrita e tutta italiana, per cui alla RAI, al cambio di governo, c’era (e c’è tutt’ora) un frenetico cambio di persone, pronte a pronarsi di fronte al nuovo padrone.

In Parlamento si è andati oltre: siccome questa pseudo riforma va portata in porto a tutti i costi, invece che arrivare ad un compromesso (in medio stat virtus), si è preferito cacciare i dissidenti e sostituirli con gente più accondiscendente ai voleri.

Signor presidente del consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, le farei notare che il Re Sole fu portato in piazza e decapitato davanti ai suoi sudditi. Lei, purtroppo, ogni giorno che passa ne sta prendendo la forma e la sostanza. Questo non è governare, questo non è trovare accordi, questo è bieco qualunquismo, indegno per chi dice di appartenere ad un partito che della democrazia ne ha fatto anche il nome proprio. Ma temo che lei abbia ben altri progetti per questo paese.

Signor presidente del consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, le chiedo fino a che punto arriverà a prenderci per il culo con i suoi slogan da venditore porta-a-porta e con le sue mirabilianti frasi ad effetto. Il popolo ha fame e le brioches sono finite. Vogliamo fare qualcosa di serio?