Recensione “L’aquila e la stella” (già Arbeit Macht Frei)

Chi mi conosce sa che sono un accanito accumulatore seriale di libri.

Ne compro più di quanti ne riesca a leggere.

Chi mi conosce sa che il mio regalo preferito, dopo la solita valigetta ventiquattrore piena zeppa di soldi e una American Express Platinum da spendere in un Apple Store senza limiti di spesa, è di per certo un libro, o una pila di libri.

Capita poi, in qualche rara occasione, che un amico ne scriva proprio uno. Toh, guarda, Luca è proprio l’esempio più calzante!

Stasera si recensisce il suo primo romanzo.

Il titolo potrebbe portarvi a pensare che sia la classica storia di due bambini ebrei che sopravvivono all’Olocausto. Non è proprio così.
C’è un’amicizia forte tra due bambini, ma tra di loro c’è un grosso, grosso problema: uno è ebreo italiano, l’altro è nazista tedesco.
C’è passione, c’è suspance, c’è qualche errore (abboniamolo, è il primo libro dell’autore), ma soprattutto c’è la ricerca storica di fatti, luoghi e persone.

E’ comunque un libro che porta a riflettere, che ci deve far riflettere, oggi ancora una volta, su ciò che vale il “diverso” agli occhi di noi occidentali. Che sia ebreo o islamico, bianco o nero, nord o sud del mondo.
Ci sono sentimenti che vanno oltre queste sterili classificazioni.

E questo libro ce ne da un piccolo assaggio. Da comprare e da leggere, consigliatissimo!!

In vendita suu Amazon

Punti di vista

Un giorno un non vedente era seduto sul gradino di un marciapiede con un cappello ai suoi piedi e un pezzo di cartone con su scritto: «Sono cieco, aiutatemi per favore». Un pubblicitario che passava di lì si fermò e notò che vi erano solo alcuni centesimi nel cappello. Si chinò e versò della moneta, poi, senza chiedere il permesso al cieco, prese il cartone, lo girò e vi scrisse sopra un’altra frase.
Al pomeriggio, il pubblicitario ripassò dal cieco e notò che il suo cappello era pieno di monete e di banconote. Il non vedente riconobbe il passo dell’uomo e gli domandò se era stato lui che aveva scritto sul suo pezzo di cartone e soprattutto che cosa vi avesse annotato. Il pubblicitario rispose: “Nulla che non sia vero, ho solamente riscritto la tua frase in un altro modo”.

Sorrise e se ne andò.

Il non vedente non seppe mai che sul suo pezzo di cartone vi era scritto: «Oggi è primavera e io non posso vederla».

Morale: cambia la tua strategia quando le cose non vanno molto bene e vedrai che poi andrà meglio.

Se non inoltri questa mail non ti capiterà nulla, ma inviala almeno a quelle persone che secondo te meritano di vedere la primavera e a tutti quelli che tu vorresti vedere sempre sorridere, perché il loro sorriso renda migliore questo mondo.

Se un giorno ti verrà rimproverato che il tuo lavoro non è stato fatto con professionalità, rispondi che l’Arca di Noè è stata costruita da dilettanti e il Titanic da professionisti….

Per scoprire il valore di un anno, chiedilo ad uno studente che è stato bocciato all’esame finale.

Per scoprire il valore di un mese, chiedilo ad una madre che ha messo al mondo un bambino troppo presto.

Per scoprire il valore di una settimana, chiedilo all’editore di una rivista settimanale.

Per scoprire il valore di un’ora, chiedilo agli innamorati che stanno aspettando di vedersi.

Per scoprire il valore di un minuto, chiedilo a qualcuno che ha appena perso il treno, il bus o l’aereo.

Per scoprire il valore di un secondo, chiedilo a qualcuno che è sopravvissuto a un incidente.

Per scoprire il valore di un millisecondo, chiedilo ad un atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d’argento..

Il tempo non aspetta nessuno. Raccogli ogni momento che ti rimane perché ha un grande valore. Condividilo con una persona speciale, e diventerà ancora più importante.

L’origine di questa poesia è sconosciuta ma porta fortuna a coloro che la mandano in giro (e poi è carina!).

Non tenerla per te, ma inviala a tutti quelli a cui auguri Fortuna!

Senza il Gatto

giglio_bianco_jpgSon già passati 3 anni. 36 mesi. Oltre 1000 giorni. Te ne sei andato, lontano da noi, con un brutto tentacolo che avvolgeva il tuo cervello.

Ci hai lasciati, in questa vita terrena, e non potremo più divertirci con il tuo sorriso di gioia, la tua solarità, il tuo bischereggiare da romano e il tuo essere sempre e solo il Gatto.

Non abbiamo mai avuto modo di vederci, ma interner ci ha dato un’occasione unica: scriverci. Quasi ogni giorno, raccontarci di noi, momenti tristi e di gioia, solitudine e non, delle nostre paure e delle nostre risate.

Sai, ogni tanto riprendo le nostre chattate, e sorrido quando leggo le tue parole, cercando nella mia mente di “sentire” la tua voce mentre mi dici a voce ciò che ci siamo sempre scritti. E non sai quanto avrei voluto, un giorno, abbracciarti forte, perché nonostante tutto, avevi sempre una parola anche per l’Eroe che si abbatteva.

Ti ho fatto una promessa, qualche mese prima che tu ci lasciassi, e la manterrò. Il progetto non è ancora pronto, ma tu sarai per sempre in quel progetto. Sarai lì, vivo nelle pagine.

E vivo nei nostri ricordi e nei nostri cuori.

Ciao Andrea, ciao gattone. Ti vogliamo ancora un mondo di bene!!