Cara Befana…
Ciao Befana, quest’anno ho deciso di scriverti anche io una letterina. Si si, lo so, è da tanto che non ti scrivo e non mi faccio più sentire, ma sai com’è, uno cresce, trova altri impegni e altre attenzioni, e così… Ma non mi sono mai dimenticato di te, lo sai bene, perché anche tu, come Babbo Natale, sei speciale e vedi fin dentro alle nostre anime.
Ecco, cara nonnina, quest’anno ho preso carta & penna per una lettera un po’ speciale, vedrai che leggendola capirai il perché di tutto questo.
Quest’anno, come regalo nella tua calza, con il solito carbone (sono stato un po’ cattivo, certo, come tutti del resto, non sono un immacolato!), vorrei anche tu mi portassi un governo nuovo!! Ora non strabuzzare troppo gli occhi, lo so che è una richiesta anomala e strana, ma ti spiego, per filo e per segno, come mai sono arrivato a ciò.
Vorrei un presidente del consiglio dei ministri che fosse onesto, serio, determinato, che avesse il polso fermo e determinato per rimettere in sesto questa nostra povera Italia, sopraffatta da papponi, mignotte, raccontaballe, buffoni, ladri, farabutti, puttanieri, voltagabbana, inquisiti etc etc etc. Vorrei che questo presidente fosse pragmatico, che non facesse promesse bluff, che strappasse ai burocrati europei (e tedeschi) quel minimo di umanità e dignità umana che i signori del nord hanno ormai perso (secondo me, il freddo gioca loro un brutto effetto!), perché la loro logica di rigore non porta che altra povertà solo per noi, mentre temo che porti soldi solo a loro, che ne hanno già fin troppi. Vorrei un presidente che, di fronte a questa maledetta crisi, sia un vero e moderno Robin Hood: prenda un po’ di quattrini ai ricchi e li dia a noi poveri, che sappiamo fin troppo bene cosa vuol dire tirare la cinghia!! Vorrei, anche, che questo presidente si attivasse per una nuova Unione Europea, che non sia solo la somma di banche e grandi imprese, ma che riprenda in mano il progetto federalista del compianto Altiero Spinelli e che porti ad una vera federazione di stati, e non un’accozzaglia indeforme che non si sa dove abbia capo e coda.
Vorrei che il ministro per i rapporti con il Parlamento che facesse un serio collegamento tra i palazzi (e non che sia una specie di ufficio stampa con compiti quasi da burattino), perché questo lavoro va preso seriamente. Di comici, sinceramente, non ne abbiamo più bisogno.
Vorrei che il ministro per le riforme istituzionali andasse a chiedere consiglio ai più illustri professori di diritto costituzionale delle varie università e ci discutesse un po’, diciamo un paio di mesi, così che possa capire bene l’argomento di cui intende parlare, e che le castronerie partorite in Parlamento fanno ridere i polli, mentre noi cittadini vogliamo un governo competente, serio, che realizzi ciò che promette e non sentirci presi ancora una volta per le mele del culo!
Vorrei che il ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione fosse preso da uno dei tanti uffici comunali sparsi per il Bel Paese, che sia cioè competente a pieno della materia, e che semplificasse SERIAMENTE l’apparato burocratico che vuol gestire, perché ora come ora per lamentarsi bisogna recuperare il lasciapassare A38 alla “casa dei folli”, come nella prova di Asterix & Obelix: roba da chiodi!
Vorrei che il ministro per gli affari regionali si mettesse a tavolino con regioni, province, comuni e città metropolitane. E che fosse deciso, una volta per tutte, compiti e competenze. Il metodo “Augustus” può andare bene, ma ora come ora siamo in un guazzabuglio di regole e norme che servono solo a fare confusione. E Dio solo sa quanto invece abbiamo bisogno di chiarezza e certezza!! Perciò, ok a vari enti ma che non siano il solito parcheggio di ex politici trombati alle elezioni o, peggio ancora, il parcheggio di parenti e parentela messa lì a scaldare una poltrona e intascare soldi pubblici a sbafo. Ne abbiamo troppi di ladri, tagliare tagliare!!!
Vorrei che il ministro per gli affari e la cooperazione estera fosse un professore universitario, un grande accademico che sia in grado di parlare diverse lingue straniere, ma soprattutto che sappia portare le nostre competenze nelle giuste sedi diplomatiche del mondo. E non sia, invece, una qualche marionetta nelle mani di qualche multinazionale, il cui interesse è massimizzare i profitti a danno di tanti.
Vorrei che il ministro degli affari interni non fosse né un avvocato né un giudice né un burocrate, ma un contadino. Sorpresa di questa richiesta? Eh, sospetto che anche qui avrai strabuzzato gli occhi. Ma ti spiego il perché. Un contadino ha scarpe grosse e cervello fino, e non lo si buggera tanto facilmente. Si si, lo so, ti starai chiedendo che c’entra un contadino a comandare Polizia, Carabinieri, e tutte le altre forze. E’ qui la storia: c’è da tagliare rami secchi e fare opera di manutenzione alla pianta!! In Italia abbiamo 5 strutture di forza pubblica, ognuna con un comandante generale, una pletora di uffici, reclutamenti speciali che si sommano, competenze che si sovrappongono… no no, sfoltire e ripulire! Una struttura unica nazionale, con il servizio “112” unico, con un unico comandante generale, i reclutamenti formati dalle migliori teste dei vari corpi, con specializzazioni si ma senza duplicazioni di sorta. Ma soprattutto, che a livelli alti non sia dato potere assoluto con stipendi da capogiro: a certi livelli farebbe bene tornare a 800 euro al mese, così da capire come fa il popolo a campare.
Vorrei che il ministro di grazia e giustizia fosse un insegnante… Oh, si Befana, hai letto proprio bene, un insegnante. Perché insegni che la grazia e il perdono vanno meritati e non chiesti come caramelle. Che il carcere serve sì a tenere sotto chiave certi personaggi, ma che debba valere anche alla rinascita di persone che hanno commesso errori, che sia educativo e rieducativo. E se c’è sopraffollamento, beh ripristiniamo le strutture dismesse. Perché anche qui, a chi ruba soprattutto denaro pubblico, non farebbe male passare qualche decennio a zappare qualche pezzo di terra, o anche a tenere sotto controllo il patrimonio forestale del Demanio. Loro imparano, i boschi tornano puliti, la nostra Italia ne gioverebbe.
Vorrei che il ministro della difesa facesse un esame di coscienza, serio, ma davverio serio. Comprare aerei & navi e bruciare miliardi di euro, cara Befana, non mi sembra proprio il caso, soprattutto di questi tempi. Ok, bisogna avere forze di terra, di mare e di cielo, ma questo non giustifica commesse e acquisti fatti senza senno! Se qualcuno si vuol comprare una portaerei e se la vuol tenere in giardino, faccia lui con i proprio soldi, non con le tasse degli italiani!
Vorrei che il ministro dell’economia e finanze fosse un altro contadino. No no, tranquilla Befana, non spopolerò le campagne! Ma certe persone, perdonami l’azzardo, sono molto più brave e competenti di politici e politicanti. In Italia abbiamo troppe tasse, perché si è scelto una tassazione molto spesso astrusa. Facciamo che il ministro si metta a tavolino a studiare un sistema chiaro, come in Svizzera, dove ci sono tasse locali, tasse cantonali e tasse federali. Ognuno, pure qui, è giusto che paghi, ma smettiamola di dire che il governo non mette le mani in tasca agli italiani, semplicemente perché lo delega a regioni, province e comuni! Cambiando l’ordine dei fattori, il risultato è sempre che si pagano tasse onerose e spesso insulse. Se mi chiami TASI (TAssa sui Servizi Indivisibili) una patrimoniale, sei un ladro e un farabutto, oltre che un bugiardo. E’ giusto che sia a pagare di più chi possiede di più, in termini monetari e finanziari. E smettiamola di far pagare gli anticipi delle tasse, smettiamola anche di far pagare tasse insulse (vedi le accise sui carburanti), perché la guerra in Abissinia del 1935 è più che polvere! Vedrai, cara Befana, che se ci mettiamo un contadino, in un anno facciamo una riforma seria di tutto il settore.
Vorrei che il ministro per lo sviluppo economico sviluppasse seriamente l’economia con incentivi interventi seri. Ti dò i soldi per un progetto e ti controllo dall’inizio alla fine. Hai realizzato il progetto? Bene, ti dò un premio. Hai fatto qualche errore? Male, mi prendo quello che hai fatto e ti chiedo i danni. Lo Stato subentra di diritto nella proprietà dell’oggetto/bene/servizio. E che la gestione di servizi da affidare ai privati sia fatta con criteri selettivi, controlli e premi o punizioni, a seconda dei risultati ottenuti. E, importantissimo: tutti i presidenti delle aziende di stato o sotto il controllo dello Stato abbiano stipendi massimi di 1.500 euro al mese. Al massimo con premi produzione in base all’andamento di quell’azienda. Ma se l’azienda va per fallire, si chiedono i danni a coloro che l’hanno gestita e che l’hanno portata al tracollo. E che lo Stato paghi i fornitori a 30 giorni dalla data di emissione della fattura, perché uno stato serio e onesto chiede le tasse ma paga anche nei tempi stabiliti.
Vorrei che il ministro delle infrastrutture e dei trasporti sia un’autista di autobus. Capirai, chi meglio di lui ne capisce di trasporti? Abbiamo strade, autostrade, svincoli, viadotti, ferrovie… Per muoversi, ne abbiamo di scelta, peccato che però ogni strada sia piena di buche, le autostrade si pagano ma non sappiamo chi si intasca i soldi (e non fanno i lavori di manutenzione), i viadotti crollano appena dopo 10 giorni dall’inaugurazione, le ferrovie non investono nel territorio. Smettiamola di bucare le montagne e sfruttiamo quello che abbiamo già, soprattutto col solito discorso che la coperta è corta e non ci si copre bene. Perché spendere miliardi per bucare le Alpi o gli Appennini quando le gallerie e i “corridoi” che abbiamo sono utilizzati solo per metà della loro reale capienza? Ma soprattutto, perché quando abbiamo realizzato queste infrastrutture, non abbiamo progettato lo sviluppo che ne è avvenuto, mentre solo pensando al presente e alle sole richieste di quel momento? Autostrade a 4 corsie andavano realizzate fin dall’inizio.
Vorrei che il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali fosse un altro contadino… Perché solo chi ha vissuto in campagna sa quanto valore c’è in un pezzo di terra. Vorrei che il ministro studiasse uno stop al consumo di suolo per almeno 50 anni, e che il ministro dell’economia studiasse una formula di incentivi a ristrutturare il patrimonio immobiliare presente. Più parchi, più boschi, più campi e meno cemento.
Vorrei che il ministro dell’ambiente fosse un architetto, così che al posto dei grattacieli potrebbe studiare nuovi scenari all’aria aperta, nuove tutele sul nostro territorio. E dare occasione a molte zone d’Italia di trasformare il turismo in una vera miniera d’oro, così da dare nuovo sviluppo e nuove opportunità a chi vuol restare al proprio paese.
Vorrei che il ministro del lavoro e delle politiche sociali fosse un operaio. Che sa cosa vuol dire fare sacrifici per mantenere il proprio posto, che lotta per diritti e doveri che i potenti e i papponi vogliono diminuire o annullare, in nome di un moderno sviluppo economico che di moderno ha solo la voglia antica di schiavitù.
Vorrei che il ministro dell’istruzione università e ricerca fosse un insegnante. Eh, qui ci stava proprio ad hoc, perché un insegnante a cui sta a cuore la scuola, a cui stanno a cuore i propri alunni e che ama il suo lavoro, non si sarebbe mai azzardato a fare certe riforme scellerate e insulse, votate solo al mercimonio e agli interessi mafiogeni. La scuola è il primo investimento di un paese moderno. Un popolo senza cultura è un popolo morto. Perché un popolo ignorante è un popolo facile da ingannare. Punto.
Vorrei che il ministro per i beni e le attività culturali fosse un impiegato di un museo statale: diamogli il coraggio e la forza di fare del nostro Paese una gallina dalle uova d’oro. Musei aperti e gratuiti fino a 18 anni e over 60, sconti nei weekend e nelle giornate di festa, incentivi a chi lavora nei turni notturni o festivi. Perché la cultura è 365 giorni l’anno, perché la cultura noi italiani l’abbiamo creata dal nulla e questo primato ce lo invidiano tutti. E lo stiamo buttando alle ortiche!
E infine, vorrei che il ministro della sanità fosse un infermiere professionale, tipo quelli che fanno turni massacranti ai pronto soccorso dei vari ospedali italiani. Che smettesse di parlare di salute ma tornasse a parlare di sanità, soprattutto pubblica. Una sanità efficente, che dia merito a chi ne ha diritto e che si prenda cura del paziente, invece che abbandonarlo su una barella o peggio ancora sbatterlo fuori dall’ospedale perché l’assicurazione non copre più di tot ore di ricovero. Non è umano, è solo contabilità!
Ho finito, mia dolce nonnina. Una letterina semplice semplice, in fin dei conti, non ti pare? Ho solo chiesto quello che oggi, in Italia e in Europa, è praticamente impossibile. Tornare a porre i valori umani al centro del nostro pensiero, smettendola di indossare i panni di contabili ignoranti e asociali.
Il mondo ha bisogno di persone, non di calcolatori.
Buonanotte Befana, aspetto una tua risposta. Fiducioso che, in un modo o nell’altro, insieme al carbone mi porterai anche un piccolo dolcetto.
2015: si parte!!
Abbiamo passato anche il 2014. Se Dio vuole, finalmente!! E’ stato davvero un anno tosto da superare, con tante problematiche e tante difficoltà, in primis quella meteo.
Un inverno tiepido, un’estate altrettanto tiepida e umida: e i bacarozzi rognosi per ulivo e vite hanno proliferato. Risultato: annata olivicola e vitivinicola quasi azzerata!!!
Pioggia in quantità davvero eccezionale, pensavo di sentirmi spuntare le branchie sul collo!!
E poi mettici qualche impegno di lavoro, qualche impegno nel volontariato, un po’ di vita privata… Altro che 2012 e calendario Maya!! Mi sa che hanno fatto male i calcoli i giovanotti sulle Ande!!
Via via… si riparte! Anno nuovo, agenda nuova, vita nuova (si spera!), e magari qualcosa di più. Perché, cara la mia dea bendata, ogni tanto cerca di dare una botta di cu*o anche da queste parti e non sempre e soltanto ai soliti Paperoga… ah no, mi son sbagliato, era Gastone il cugino fortunato di Paperino!
Comunque, a parte tutto, ora che questo 2015 è iniziato, che si fa? Si dà il via alla lista dei buoni propositi? Seeee, meglio!! Ho ancora da iniziare quella del 1991, figuriamoci!
No no, niente o poche fantasie, anzi largo al praticisimo. Quindi, quali buoni propositi per il nuovo anno? Non lo so, ci penserò in questi giorni.
Per il resto, cari amici vicini e lontani, godiamoci il profumo di nuovo tra calendario e agenda!
Buon 2015 a tutti!!
Questione morale
Leggo online e sento il tg… Un articolo, scritto e aggiunto in fretta e furia alla Legge Finanziaria per il 2015. Guarda caso, quando si dice coincidenze, un aiutino all’alleato di governo con cui si vuole scrivere i testi delle riforme di questo Paese. Guarda caso, proprio per il reato su cui vi è stata sentenza passata in giudicato e per il quale reato sta scontando una pena alternativa. Guarda caso, come sempre succede in queste occasioni, padre & madre di tale articolo sono sconosciuti.
Ora, caro presidente del consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, le cose sono due: o siete TUTTI un branco di ladri e ve la intendete tra di voi, a prescindere dalla vostra pseudo-provenienza politica. Oppure considerate gli italiani un popolo di idioti.
In entrambi i casi, caro signor Renzi, lei e tutta la combriccola di ministri, state facendo morire di crepacuore il compianto Enrico Berlinguer. Perché voi, la questione morale, la state uccidendo a colpi di falsi sorrisi e Twitter! Mi fate veramente ribrezzo!
Vergognatevi!
Ognissanti/Samhain
E siamo giunti infine alla conclusione del mese di Ottobre. E come vuole il calendario, si avvicina Ognissanti, o Halloween, o meglio Samhain. Nonostante diverse persone cattoliche, ignoranti e alquanto estremite, la disegnino come una festa “satanica”, in realtà la festa è venuta ben prima che la Chiesa Cattolica vi sovrapponesse e sostituisse la “sua” Ognissanti.
Nei giorni tra la fine di Ottobre e gli inizi di Novembre si celebra un antico rituale precristiano, ossia la festa celtica di Samhain.
In rete si trovano molte descrizioni, da Wikipedia in giù, che descrivono tutte più o meno bene cos’è la festa, le origini e i rituali.
Mi limiterò, perciò, solamente a dire che i cattolici ultraconservatori farebbero bene a darsi una calmata, considerando che non è Halloween ad aver scalsato la festa di Ognissanti, ma la Chiesa Cattolica a voler mettere una “sua” festività laddove vi era il culto precristiano.
Che, in ogni caso, onora i defunti e gli spiriti buoni. Quindi, la preghiera sarà sempre ben accetta, anche dai bigotti che si ostinano a non vedere al di là del proprio naso!
Proposta di legge per i parlamentari
Oggi mi sono svegliato bene. Ho scritto due righe, tanto per non sapere che fare mentre cerco di trovare un lavoro… E mi sono venute in mente alcune idee in merito a ciò che ogni parlamentare italiano percepisce ogni mese.
E vediamo se il Presidente del Consiglio Matteo Renzi prende spunto da questa mia proposta… Gli italiani fanno tanti sacrifici per la crisi, fàcciano qualcosa di concreto anche gli onorevoli che siedono in Parlamento.
So ben certo che quanto ho scritto non sarà che un mucchio di parole al vento… Ma se i parlamentari del Movimenti5Stelle, che più di tutti mi sembrano battersi su questo argomento, volessero leggere il mio post e magari prendere spunto, ne sarei ben lieto.
Art. 1 – La presente legge disciplina gli emolumenti versati ai parlamentari di Camera e Senato durante il periodo di permanenza al Parlamento. E’ abolita la legge n. 1261 del 31 Ottobre 1965.
Art. 2 – L’indennità è costituita da quote mensili pari a euro 1.000,00 (euro mille/00). Dette quote non sono soggette a rivalutazione ISTAT e concorrono a formare il reddito lordo di ogni parlamentare e perciò assoggettate alla tassazione sul reddito sulle persone fisiche. Gli Uffici di Presidenza, qualora risultasse un’assenza certificata per oltre la metà delle assenza dalle sedute dell’Assemblea e delle Commissioni, avranno facoltà di decurtare la suddetta quota fino al 50% (cinquantapercento) del suo ammontare.
Art. 3 – Ai membri del Parlamento è corrisposta inoltre una diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, nella misura complessiva di euro 1.500,00 (millecinquecento/00), senza che vi sia rivalutazione ISTAT ed erogata unicamente previa consegna agli Uffici di Presidenza della documentazione cartacea comprovante il soggiorno e le spese ad esso relative.
Art. 4 – Le spese di segreteria e di rappresentanza sono stimate in un tetto massimo mensile di euro 500,00 (euro cinquecento/00), da rimborsarsi unicamente previa presentazione della documentazione cartacea comprovante le spese stesse. Gli Uffici di Presidenza di ogni camera provvederanno a fornire ad ogni parlamentare n. 2 dipendenti e un locale ad uso ufficio. Lo stipendio del personale sarà a carico della camera di appartenenza, e comunque non superiore all’indennità stabilita all’art. 2 della presente legge. I dipendenti saranno assunti previo concorso nazionale. La scorta spetterà solo ai presidenti di Camera e Senato.
Art. 5 – Per tutta la durata del mandato parlamentare, ogni deputato e senatore è collocato d’ufficio in aspettativa, sia che essa risulti da lavoro autonomo che da lavoro dipendente. Con l’indennità parlamentare non possono cumularsi assegni o indennità medaglie o gettoni di presenza comunque derivanti da incarichi di carattere amministrativo, conferiti dallo Stato, da Enti pubblici, da banche di diritto pubblico, da enti privati concessionari di pubblici servizi, da enti privati con azionariato statale e da enti privati aventi rapporti di affari con lo Stato, le Regioni, le Province ed i Comuni. L’indennità di cui all’art. 1 non è altresì cumulabile con stipendi, assegni o indennità derivanti da rapporti di pubblico impiego. Le disposizioni di cui al comma precedente si applicano anche alle indennità e agli assegni derivanti da incarichi accademici, quando i rispettivi titolari siano stati posti in aspettativa. Sono incluse dal divieto di cumulo le indennità per partecipazione a Commissioni giudicatrici di concorso, a missioni a Commissioni di studio e a Commissioni d’inchiesta.
Art. 6 – Il dipendente collocato in aspettativa per mandato parlamentare non può, per tutta la durata del mandato stesso, conseguire promozioni né avere attribuiti aumenti periodici di stipendio. Il periodo trascorso in aspettativa per mandato parlamentare non è considerato a tutti gli effetti periodo di attività di servizio e pertanto non è computato ai fini della progressione in carriera, dell’attribuzione degli aumenti periodici di stipendio e del trattamento di quiescenza e di previdenza. Tuttavia, durante tale periodo il dipendente conserva inoltre, per sé e per i propri familiari a carico, il diritto all’assistenza sanitaria e alle altre forme di assicurazione previdenziale di cui avrebbe fruito se avesse effettivamente prestato servizio. L’indennità mensile e la diaria possono essere sequestrate o pignorate, se non per giusta causa e per motivazioni formulate dall’Autorità Giudiziaria.
Art. 7 – Le somme necessarie all’esecuzione della presente legge a decorrere dal 01 Gennaio 2015 sono iscritte nei capitoli dello stato di previsione della spesa del Ministero dell’Economia e Tesoro relativi alla dotazione dei due rami del Parlamento per l’anno 2015.
Art. 8 – La presente legge entra in vigore a partire dal giorno 01 Gennaio 2015. A partire dall’entrata in vigore della presente legge, tutte le indennità e gli emolumenti saranno automaticamente riadattati a quanto disposto agli artt. 2, 3 e 4, a valersi per ogni parlamentare validamente eletto.
Art. 9 – Esaurita la durata del mandato elettorale, si considerano estinti tutti i benefici concessi ai Presidenti di Camera e Senato, ivi compresi eventuali indennità aggiuntive disposte durante l’esercizio dell’attività parlamentare. La scorta armata può essere disposta nel caso l’Autorità Giudiziaria ravvisi elementi di comprovato rischio di incolumità del parlamentare stesso.
Art. 10 – A partire dall’entrata in vigore della presente legge sono dichiarati decaduti tutti i benefici concessi agli ex parlamentari, pertanto verranno interrotte le erogazioni di emolumenti e indennità.
Art. 11 – Stante la crisi e i sacrifici richiesti a tutti i cittadini italiani, i trattamenti pensionistici relativi agli ex parlamentari ancora in essere all’entrata in vigore della presente legge saranno ridotti entro 12 mesi fino all’importo massimo stabilito all’art. 1 della presente legge e assoggettati alla tassazione sul reddito delle persone fisiche.
La sagra delle code di paglia
Capita nella vita di dover confrontarsi.
Capita anche di farlo con toni accesi e urlando un po’.
Capita anche che tu debba confrontarsi e discutere con più di una persona.
Capita anche che ci si debba affrontare ed essere al centro di un gruppo di persone.
E può succedere in Italia, soprattutto, di essere circondati da tante code di paglia che, fuori dall’agorà, ti diranno che hai ragione, ma nel tumulto della discussione si guarderanno bene da aprire anche solo la bocca per respirare.
Grazie, vi ringrazio, perché così è ben chiaro il mondo intorno a me.
Porcellicum
«Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione» (Piero Calamandrei, 26 gennaio 1955)
La nostra Carta Costituzionale è frutto di quasi due anni di un lungo e intenso lavoro di mediazione. Nell’Assemblea Costituente, votata con il suffragio universale nel 1946 in concomitanza con la scelta tra Repubblica e Monarchia, vi erano 556 costituenti, che per tutta la durata del loro mandato si confrontarono su tutti i temi che sarebbero poi stati inseriti nella Carta.
Come si sa, la Costituzione è composta da 139 articoli e relativi commi (5 articoli sono stati abrogati: 115; 124; 128; 129; 130), suddivisi in quattro sezioni:
- Principi fondamentali (articoli 1-12);
- Parte prima: “Diritti e Doveri dei cittadini” (articoli 13-54);
- Parte seconda: “Ordinamento della Repubblica” (articoli 55-139);
- Disposizioni transitorie e finali (disposizioni I-XVIII).
Nel corso degli anni, la Carta è stata emendata da diverse leggi costituzionali, che hanno cancellato alcuni articoli o li hanno rimodulati, in base anche alle nuove realtà che il nostro Paese stava affrontando.
In questi mesi si parla di una nuova proposta di modifica costituzionale, quasi una seconda vita per la Carta, con rimodulazione di svariati articoli.
A mio avviso, però, andare a toccare la Carta Costituzionale è pericoloso e in molti casi inutile, perché più che emendare c’è da applicare e porre in atto ciò che è stato disposto dai padri costituenti e che è in larga parte disatteso.
Invito della Follia
La Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei. Dopo il caffè, la Follia propose:
“Si gioca a nascondino?”.
“Nascondino? Che cos’è?” – domandò la Curiosità.
“Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare, cercherò e il primo che troverò
sarà il prossimo a contare”.
Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia.
La Follia cominciò a contare.
La Fretta si nascose per prima, dove le capitò.
La Timidezza, timida come sempre, si nascose in un gruppo d’alberi.
La Gioia corse in mezzo al giardino.
La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi.
L’ Invidia si unì al Trionfo e si nascose accanto a lui dietro un sasso.
La Follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano.
La Disperazione era disperata vedendo che la Follia era gia a novantanove.
“CENTO! – gridò la Follia – Comincerò a cercare.”
La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto.
Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto.
E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza.
Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò: “Dov’è l’Amore?”.
Nessuno l’aveva visto.
La Follia cominciò a cercarlo.
Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi, sotto le rocce.
Ma non trovò l’Amore.
Cercando da tutte le parti, la Follia vide un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido.
Era l’Amore, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio.
La Follia non sapeva che cosa fare.
Si scusò, implorò l’Amore per avere il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre.
L’Amore accettò le scuse.
Oggi, l’ Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre.
Ovviamente non è farina del mio sacco, ma stasera mi è tornata sotto mano e ve la ripropongo volentieri!
Riflessioni di metà estate

2014-08-07 Estate
Ormai siamo a metà estate, il 15 Agosto ce lo siamo lasciati alle spalle, comincia il lento declino verso la fine della bella stagione. Devo dire, però, che questa sarà un’estate da ricordare, se non altro perché estremamente umida ed estremamente anomala.
Da Giugno ad oggi è piovuta una quantità d’acqua, mediamente, superiore del 300% alla media stagionale!!
Eppure io mi ricordo, da piccolo, che l’estate era la stagione del sole, di qualche raro temporale ma per lo più di tanto caldo e tanto tanto tanto sole… Dov’è finito tutto questo??
Sarà che, forse forse, gli allarmisti del clima avevano ragione? Noi, l’uomo, semplicemente ha innescato un processo di cambiamenti climatici. Noi, l’uomo, siamo i più diretti responsabili di avvelenamento di questo unico pianeta. Questo abbiamo, questa è la nostra casa, e noi la stiamo distruggendo pezzo pezzo, giorno dopo giorno. Continue reading