Tutte le promesse non mantenute dal Movimento 5Stelle

Fonte: Business.it

1) Di Maio disse: “Mai alleanze con la Lega… Ma vi pare possibile che un meridionale come me possa fare un’alleanza con uno che canta ‘Vesuvio lavali col fuoco?’”. Sì, anzi “fatto”, come direbbe lui.

2) Di Maio disse: “Basta premier non eletti. Il sottoscritto è stato votato da 11 milioni di italiani”. Era il 30 marzo scorso. Giuseppe Conte non era stato votato da nessuno. È premier. Ops!

3) Di Maio disse: rimetteremo l’articolo 18. Meglio: “Noi il Jobs Act lo vogliamo abolire, crediamo che sotto i 15 dipendenti non serva l’articolo 18”. Data: 17 dicembre 2017. Ricordiamo che l’articolo vietava alle aziende sopra i quindici dipendenti di licenziare i lavoratori senza giusta causa. E ricordiamo che ai grillini non mancò l’occasione per reintrodurlo: alla fine di luglio LeU presentò un emendamento proprio per questo e Roberto Speranza disse a Di Maio: “Ministro, questa è la grande occasione”. La proposta ottenne 317 voti contrari, cioè quelli di Lega e grillini.

4) Di Maio disse: “Cercate una mia proposta di legge di condono che riguarda Ischia o qualche altra regione: se la trovate mi iscrivo al Pd”. Burlone! L’ha detto il 23 agosto 2017. Poi i grillini hanno inserito il condono per Ischia nel decreto per l’emergenza Genova. Per il resto la storia dei condoni edilizi di cui ha beneficiato l’intera famiglia di Di Maio ormai la conoscono anche i sassi…

5) Di Maio e compagnia: “No ai vaccini obbligatori“. Poi il governo ha cambiato idea più volte: prima cancellando il rinvio dell’obbligo, poi confermando la circolare del ministro della Salute Giulia Grillo che consente ai bambini di poter iniziare l’anno scolastico grazie a un’autocertificazione che varrà fino al 10 marzo. Le proteste dei loro amici No-Vax non si sono contate.

6) Di Maio, da anni, parlava di una Taranto senza Ilva e pienamente bonificata dal punto di vista ambientale. Grillo diceva che ci avrebbero fatto un parco là. “La nostra posizione è chiara, la riconversione economica passa dalla chiusura delle fonti inquinanti senza le quali le bonifiche sarebbero inutili”. L’Ilva c’è ancora ed è più forte di prima, anche se questa morale ha fatto seguito a settimane di annunci estivi, stop, pareri dell’avvocatura e atti secretati. Il contratto con il colosso dell’acciaio Arcelor Minai è ancora lì, perfetto. Taranto aveva votato i grillini portandoli al 44%.

7) Reddito di cittadinanza. Qui si vedono delle belle. Ci hanno vinto le elezioni con questa fuffa in testa a tutte le altre! E pazienza se pure i bambini avevano capito che non esistevano le coperture. Su questo tema poi hanno cambiato idea ogni 12 secondi. Doveva essere un sussidio di 780 euro al mese per ogni persona in condizione di povertà, anzi, poteva arrivare a 1680 euro al mese in caso di due figli a carico. Faceva una platea potenziale da 5 milioni di persone. Poi? Poi si è arrivati a uno stanziamento netto di 5,8 miliardi di euro a cui va aggiunto quanto stanziato dai governi precedenti (il “Rei” del diavolo Renzi) e insomma a una cifra che, divisa per tutta la platea annunciata, fa circa 133 euro al mese per persona. Vaglielo un po’ spiegare adesso a chi lo ha votato…

8) Di Maio, in stereofonia con Alessandro Di Battista, diceva a proposito del Tap, il gasdotto trans-adriatico che attraverserà Grecia e Albania per approdare in Italia, nella provincia di Lecce: “Con il governo a 5Stelle, in due settimane non si farà più”. Morale: si farà. A Lecce i grillini avevano preso il 67% con questa promessa.

9) Di Maio e i grillini hanno sempre sostenuto che avrebbero bloccato ogni trivellazione petrolifera nell’Adriatico. Il Movimento, in particolare, nel 2016 aveva ampiamente sostenuto il cosiddetto referendum sulle trivelle. Ora il governo, dopo non averne bloccata nessuna, ha autorizzato altre tre trivellazioni nel mar Ionio, che in effetti non è l’Adriatico. Il via libera è contenuto in tre decreti di fine dicembre con cui il dicastero guidato da Giggino accorda a una compagnia americana trivellazioni per 2.200 km quadrati da Leuca a Isola Capo Rizzuto, fra Puglia, Basilicata e Calabria. In queste zone, con questa promessa, i grillini hanno ottenuto in media il 43%.

10) Di Maio diceva, assieme ai due amigos di governo: “Il deficit al 2,4 per cento non si tocca, primo perché siamo uno stato sovrano, secondo perché manteniamo le promesse”. Pinocchietto che non è altro! Realtà: il premier Conte ha chiuso faticosamente un accordo con l’Europa portando il deficit al 2,04%.

11) Di Maio diceva, sostenendo il re delle gaffe Toninelli: “Il Terzo Valico va messo da parte e va preferito il potenziamento della linea ferroviaria esistente”. Morale: il Terzo Valico si farà.

12) Di Maio ha sempre detto che avrebbe bloccato l’acquisto dei costosissimi jet militari F35. Poi ora, cioè il mese scorso, il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo ha detto che “non si può rinunciare a questa tecnologia che è la migliore al mondo”. Di Maio si è detto subito “perplesso” ma il programma d’acquisto andrà comunque avanti.

13) Di Maio e i grillini (soprattutto siciliani) hanno sempre detto che avrebbero bloccato l’ultimazione del Muos, il sistema satellitare americano realizzato all’interno della riserva della Sughereta in provincia di Caltanissetta. “Smantelleremo il Muos” era la parola d’ordine dei vari comitati grillini. Sino a un annuncio di Claudio Fava, presidente della Commissione antimafia siciliana: “Da oggi è una certezza: il governo è favorevole al Muos. All’udienza di oggi l’avvocatura dello Stato non si è presentata, mantenendo la posizione ufficiale del governo che esprime un chiaro ‘sì’ all’impianto”.

14) Di Maio e compagnia hanno sempre detto peste e corna contro il Tav, il treno ad alta velocità che dovrebbe passare dalla Val di Susa. Si farà? Tutto depone ampiamente per il sì, compreso il tormentato ministro Toninelli secondo il quale “l’opera è stata concepita male ma ora si può rimediare rendendola più sostenibile”. L’unico a scommettere che non se ne farà nulla è rimasto Beppe Grillo. D’altronde fa il comico. Sta di fatto che in Val di Susa i Cinque Stelle hanno ottenuto percentuali da capogiro: a Venaus, uno dei centri simbolo della lotta, il 60%; a Mompantero, negli scorsi anni teatro di scontri, quasi il 46; a Bussoleno, il 44. In tutta la valle i grillini hanno superato abbondantemente il 30%. E ora? Ribadiamo: ne mancano tante altre, ma è meglio chiuderla qua, non vorremmo deprimere troppo gli illusi.

Mi servono ulteriori aggettivi per classificarli, ma li ho tutti esauriti. Mi fanno schifo!

Honestà 2.0

Riporto un articolo, molto molto interessante, sui rimborsi presentati da alcuni parlamentari M5S.

La senatrice Taverna ha speso 17.751 euro per telefono e internet in cinque anni, divisi in 15.073 euro in ricariche e abbonamenti, 673 per internet e chiavetta wi fi e il resto in accessori. Non contenta, ha pagato 4500 euro per l’alloggio. E 48 mila euro per eventi sul territorio. Oltre 20.501,85 euro di benzina.

La parlamentare Barbara Lezzi è andata più su: 27.258 euro in benzina, oltre a 119 mila euro di alloggio, con una media di 2.200 euro al mese, 48 mila euro per eventi sul territorio (un testa-a-testa con il collega Di Maio, con oltre 200 mila euro).

Ultima perla: Marta Grande, 31 anni, ha speso 131.289,20 di alloggio dall’inizio della legislatura, 14 mila euro di spese telefoniche, 10 mila euro di taxi, 14 mila euro di cene o pranzi di lavoro e e 1.928 euro di bar.

Questi, signori, sono dati, non parole. Estrapolati direttamente dal sito dei 5S, per cui sono loro stessi autori di detti dati.

Ora, amici, vi domando: questi personaggi, che sventolavano la “onestà” in ogni dove, vi sembrano ancora così onesti? 17mila euro di telefono in un anno, quando con poco meno di 200 euro hai minuti-sms illimitati e una valanga di GB che non finisci mai.

Ma soprattutto voi, cari amici della setta a 5 stelle, non vi sentite presi per il culo proprio dai vostri santoni? Proprio da coloro che vi hanno inculcato il “pensiero unico” in tutti questi anni e che, nei fatti, se ne sbattono del popolo e fanno la bella vita?

Avete fatto guerriglie su scontrini (poi cadute nel vuoto per inesistenza del reato), avete riempito la bocca di belle parole, ma poi nei fatti vi siete e si sono dimostrati esattamente o finanche peggio della loro tanto condannata “casta”.

2 Giugno 2018

Auguri Italia!

In mano ad un governo di destre, oggi più che mai c’è bisogno di patria e di unione nazionale.

Se non sei gay, nero, migrante, donna, antifascista,
senzatetto, emarginato, precario, ateo, laico,
di un’altra religione che non sia quella cattolica,
disabile, garantista,
da questo governo non hai da temere cose proprio brutte, eh. #GovernoLega5S (*)”

W l’Italia! W la Resistenza! W la repubblica!

 

(*) L’autore del post è Fabio (@Iperbole_)

Poche stelle

Siamo a meno di un mese dalle elezioni politiche, ennesima campagna elettorale piena di colpi, spot, promesse etc etc.

Per il mio pensiero, mai e poi mai voterò il centrodestra di Berlusconi, nemmeno il centro di Renzi & co. Il mio passato storico mi colloca nettamente a sinistra, anche se rimango critico verso un intero universo di “fare politica”.

Ma c’è un partito che più di tutti mi ha deluso: il Movimento 5 Stelle. Partiti in pompa magna, l’armata del popolo che doveva risollevare le sorti del paese, che doveva far pulizia del marcio, che… che… che…?? Che si è rivelata un’armata Brancaleone. Cadendo su troppi argomenti importanti (economia, diritti civili) e spacciandosi per immacolati quando poi, nei fatti, mi pare che di immacolato non ci sia nemmeno la carta dei bonifici.

E’ vero che sono stati l’unico partito che hanno volontariamente girato una parte del loro stipendio a favore di un fondo per il microcredito, a dispetto delle altre formazioni politiche. Ma questa non è una novità, o meglio non è fatto nuovo l’uso dello stipendio da parlamentare per fini non personali. Fino a qualche anno fa, lo ribadiva Bersani a “Cartabianca” con Bianca Berlinguer, i parlamentari della Prima Repubblica (soprattutto DC e PCI) versavano una forte somma del loro stipendio al partito, che usava quei soldi per tenere su i circoli, per fare le feste dell’unità o altro. Insomma, erano reinvestiti.

Per cui, la loro tanto acclamata superiorità morale scende qualche gradino. Ma siccome sono sempre fiducioso in una classe politica che cerca di rinnovarsi, mi sono detto che hanno fatto comunque bene. Prendo alla lettera le affermazioni di Di Maio e, calcolatrice alla mano, divido i 23 milioni di € per 7mila, ossia le aziende destinatarie dei soldi. Ragazzi, ma vi siete resi conto che fanno poco più di 3mila euro ad azienda? E che aiuto sarebbe questo?? Abbiamo sceso ancora diversi gradini…

Il fatto, poi, che ci siano regole che vengono osannate come universali, quando poi voi stessi le utilizzate con pesi e misure diverse… la dice lunga… Vedi Livorno (sindaco con avviso di garanzia), Roma (sindaco con avviso di garanzia), Parma (sindaco con avviso di garanzia). Che non vuol dire che tu sia colpevole: l’avviso ha lo scopo di avvisare che la magistratura sta indagando su di te, e che quindi il risultato delle indagini sarà la prova di innocenza o colpevolezza. Ma questo, come scrivevo prima, vale solo per gli altri. I signori 5Stelle usano l’avviso come sentenza passata in giudicato e inneggiano alle dimissioni, a patto che non sia qualcuno dei loro. No, signori, non va bene. La giustizia è uguale per tutti, c’è scritto grande grande in ogni tribunale italiano.

Ok ok, mi si dirà che gli “altri”, i vecchi politici degli altri partiti, hanno fatto anche peggio. Verissimo, ma lo sappiamo bene. Ma dai 5 stelle, invece, no! Perché se ti presenti al popolo inneggiando una superiorità data dalla tua presunta immacolata fedina penale, ti devi comportare con un certo uniforme pensiero. E non arrivare a cambiare le regole in corso solo per salvare la sedia di qualche “tuo” sindaco.

Ma, al di là delle vicende giudiziarie, la perla è stata affrontare alcune domande sui temi di attualità, quali i fatti di Macerata e simili. Una domanda, in particolare, sul tema antifascismo. E qui, signori miei, siete proprio caduti dalla scala della morale e vi siete sfracellati al suolo. “Il MoVimento 5 Stelle ha deciso di votare contro la proposta di legge di Emanuele Fiano che introduce il reato di propaganda del regime fascista e nazionalsocialista.” Per me, avete pure chiuso la campagna elettorale, potete anche tornare a casa. Con questa, vi siete giocati la mia fiducia. Tornate a casa, o meglio tornate o andate a scuola, studiate bene la storia e poi provate ad essere eletti in Parlamento. Su questi temi, cari miei, non si può discutere. Nel 2018, a 70 anni dall’entrata in vigore della nostra Carta Costituzionale, frutto di due anni di lavoro e del sacrificio di centinaia di migliaia di morti, non si può sparare certe scemenze.

Una volta Silvio Berlusconi, nel 2003, al Parlamento Europeo, apostrofò i deputati con “qui sembrate turisti della democrazia“: posso tranquillamente dire che anche voi, cari penta stellati, vi siete dimostrati ugualmente dei turisti della politica. Prima di arrivare a fare scempiaggini in Parlamento, avreste dovuto farvi le ossa nelle amministrazioni locali, per capire bene come funziona la macchina Italia. Invece, sappiano tutti com’è andata…

Gli altri fanno peggio? Ma voi dovevate fare meglio e non l’avete fatto!

Saluti a tutti, a presto.

V.

Grillismo-grullismo

Avevo un collega, a lavoro, con cui ogni tanto si parlava di politica.

Un appassionato della “res publica”, con una preponderanza verso il PD. E con una netta avversione per il centrodestra e, soprattutto, per il Movimento5Stelle. Tanto che aveva coniato il termine “grullismo”, a mo’ di presa in giro del “grillismo”.

Alla luce dei fatti, devo dire che non aveva tutti i torti. Come ho sostenuto in diverse occasioni, avevo forti simpatie per il M5S, ma poi me le hanno fatto passare. Tutte!

Questa loro litania per cui ogni provvedimento licenziato dal Parlamento è un attacco al M5S, che ogni atto di Camera e Senato è contro di loro, insomma questo continuo ed estenuante “al lupo! al lupo!” ha rotto le palle (e scusate il francesismo).

Amici  pentastellati, voi non siete gli unici paladini, non siete gli unici cani da guardia della democrazia. La nostra Costituzione garantisce pesi e contrappesi tra i poteri (legislativo-esecutivo-giudiziario). Invece che inveire sempre e comunque con qualsivoglia formazione politica, senza arrivare ad accordi con nessuno, questa vostra continua ed incessante ricerca del Parlamento “puro e pulito” ha stancato. Metteteci una pietra sopra: non si può essere immacolati quando si scende nell’agorà politico.

Molte delle proposte che avete formulato negli anni hanno sortito l’effetto di raccogliere voti, di intercettare il malumore degli italiani stanchi del dualismo centrosinistra-centrodestra. Ma è altrettanto vero che alla lunga questa scelta di castità non paga.

Permettemi, ancora una volta, di suggerirvi una svolta: iniziate a lavorare meglio sul territorio (Roma, Livorno, Torino non sono buon esempi), poi vediamo se riuscite ad essere meritevoli di governare il Paese. Per ora, direi proprio di no.